Bolivia. L’appello di Bruna e Roberto: “Se tutti i nonni diventassero Sostenitori a Distanza, milioni di bambini avrebbero l’amore di una famiglia”

bimba-bolivia-200Di lotta all’abbandono se ne intendono davvero. I bambini a cui la loro famiglia ha donato accoglienza, sorrisi e affetto non si contano più neppure sulle dita di una mano. I protagonisti di questa bella storia si chiamano Bruna Erbisti e Roberto Gabrielli: due pensionati della provincia di Verona con il cuore in Bolivia.

Boliviano è infatti Mateo Jhonatan, il primo bambino sostenuto a distanza tramite Amici dei Bambini: un rapporto di amore durato 3 anni e capace di annullare le migliaia di chilometri che dividono Sommacampagna da La Paz. Un percorso che si è concluso nel migliore dei modi: Mateo Jhonatan, infatti, è stato adottato da una famiglia del suo Paese e ha riconquistato così in pieno il suo diritto di essere figlio.

Missione compiuta, quindi, per Bruna e Roberto. Che però non si sono fermati certo qui. Nel giro di pochi anni, nel frattempo, entrano in famiglia altri due bambini, questa volta in adozione internazionale: si tratta dei figli adottivi della figlia e del genero dei coniugi Gabrielli, provenienti rispettivamente dalla Cina e, ancora una volta, dalla Bolivia. Nel Paese sudamericano, la figlia di Bruna e Roberto si è recata due volte: la prima per andare a prendere Manuel e la seconda, a giugno 2015, per permettere a suo figlio adottivo di conoscere i luoghi e la civiltà che gli hanno dato i natali. Qui, la giovane mamma veronese ha potuto conoscere proprio Mateo, che oggi ha 7 anni, e la famiglia che l’ha accolto.  Mateo, con cui Bruna e Roberto avevano già avuto un intenso scambio di lettere durante il periodo del Sostegno a Distanza, ha potuto così finalmente abbracciare alcuni rappresentanti di quella famiglia che l’aveva aiutato per anni. “Sono sicuro che Mateo ci ricorderà per sempre – dice oggi Roberto, il quale tiene a sottolineare che: – Ai.Bi. ci ha dato la possibilità di essere sempre certi che i nostri soldi devoluti al Sostegno a Distanza andassero nel posto giusto. Tanto che nostra figlia ha potuto conoscere davvero il bambino che per anni avevamo aiutato”.

La fiducia tra i coniugi Gabrielli e Ai.Bi. è diventata così forte che Bruna e Roberto hanno deciso di attivare altri Sostegni a Distanza. Due in Brasile, di cui uno già felicemente concluso con il rientro del piccolo nella sua famiglia di origine e “sostituito” con quello a favore di un bambino di 3 anni. E altri 2 ancora in Bolivia: Veronica di 7 anni ed Edith di uno.

“Con ognuno di loro – racconta Bruna – abbiamo contatti frequenti e ci sentiamo uniti, nonostante i tanti chilometri che dividono i nostri Paesi. L’amore per i bambini fa questi piccoli miracoli e ci fa provare sempre una gioia immensa nell’aiutarli”. “Per ognuno dei nostri bambini – spiega ancora Roberto – noi siamo come dei nonni. In questo periodo stiamo già pensando ai regali di Natale – e conclude con un appello -: se tutti i nonni del mondo volessero sostenere a distanza un bambino, milioni di minori che vivono negli istituti avrebbero finalmente una famiglia. Anche se a distanza: ma grazia al SaD, almeno negli affetti, questa distanza si annulla”.