Bologna. Dopo 3 anni vince il ricorso contro l’INPS e ritorna ad aiutare i bambini abbandonati

marocco ragazzi 400 286A volte la generosità è più forte di tutto e riesce ad andare oltre i mille ostacoli che la burocrazia e l’insensibilità possono frapporre. Una vicenda simbolica è quella della signora Lorenza, di Imola, in provincia di Bologna. Storica sostenitrice a distanza di Amici dei Bambini, la donna a un certo punto si è trovata priva delle risorse economiche per poter continuare ad aiutare il bambino che sosteneva. Ma non si è rassegnata: ha promesso che sarebbe tornata a sostenere i piccoli più in difficoltà. E ha mantenuto la promessa.

Tutto cominciò nel 2007 quando Lorenza decise di attivare un Sostegno a Distanza personalizzato per un bambino residente in uno dei centri sostenuti da Ai.Bi. in Marocco. Con il suo piccolo amico, negli anni successivi, ci fu anche un bello scambio di lettere che Lorenza conserva ancora oggi gelosamente, a testimonianza dell’amore e dell’affetto che animavano quel rapporto a distanza.

Una storia andata avanti fino al 2013, quando, per Lorenza, arrivò la doccia gelata. L’Inps decise in un colpo solo di sospendere sia la pensione di invalidità che l’indennità di accompagnamento per la nostra sostenitrice. Lorenza, infatti, è ipovedente e ha assoluto bisogno di un aiuto economico per poter usufruire dei servizi necessari a superare le difficoltà impostele dalla sua patologia. Anche se Lorenza aveva deciso di non tenere per sé tutta quella cifra, ma di destinarne una parte proprio ad aiutare un bambino abbandonato che viveva lontano dalla sua Imola.

Finché ha potuto la donna ha continuato a portare avanti il suo Sostegno a Distanza. Ma a un certo punto questo non è stato più possibile e Lorenza si è vista costretta a sospendere il suo contributo. Senza però rassegnarsi: “appena potrò, tornerò ad aiutare i bambini in difficoltà”, aveva promesso nel 2013, quando ha dovuto chiudere il suo SaD.

Da allora è iniziato un periodo davvero difficile per la sua famiglia. Oltre al contributo che l’Inps le aveva tolto, si è aggiunto un secondo grave problema: il marito di Lorenza, Bruno, si è trovato in cassa integrazione, anticamera del licenziamento arrivato qualche anno dopo. Intanto, la donna presenta ricorso contro la decisione dell’Inps. E solo dopo un’interminabile attesa di 3 anni e mezzo, finalmente, la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento le vengono restituite.

A quel punto, Lorenza non ci pensa due volte. Richiama Ai.Bi. ed esprime il desiderio di attivare un nuovo Sostegno a Distanza. Nel frattempo, i progetti di Amici dei Bambini sono aumentati e a Lorenza viene proposto di sostenere la campagna “Fame di Mamma”, che si occupa di garantire accoglienza ai bambini nelle case famiglia, negli appartamenti ad alta autonomia e nelle comunità mamma-bambino di Ai.Bi., oltre che nella Family House, la “clinica specializzata” per curare il male dell’abbandono in procinto di essere inaugurata in provincia di Milano.

“So bene che anche nel nostro Paese ci sono molti bambini che vivono in condizioni di estrema difficoltà – dice oggi Lorenza – e per questo ho deciso di sostenere la campagna ‘Fame di Mamma’. Del resto, per me, non c’è differenza tra l’Italia e gli altri Paesi del mondo: l’importante è aiutare i bambini che non hanno una famiglia. La mia è solo una piccola goccia, ma è con le gocce che si fa il mare”.