Bologna, vendere un rene unico modo per salvare i propri figli?

BOLOGNANon è periodo da famiglie numerose. Soprattutto se la crisi toglie posti di lavoro e qualsiasi fonte di sostentamento e i servizi sociali non riescono a predisporre misure efficaci per far fronte alle emergenze. E, come troppo spesso accade, a pagare il prezzo più alto sono i bambini.

Una storia esemplare, in questo senso, è quella di F. G. Bolognese, 38enne, vive in un alloggio di edilizia popolare nella città felsinea e ha 4 figli, rispettivamente di 16, 8, 4 e 2 anni. Il loro papà lavora nell’edilizia e in questo periodo di crisi viene chiamato solo saltuariamente. In più è talassemico, come una delle figlie. Lei invece fa la badante di un anziano affetto dal morbo di Alzheimer che però ultimamente ha visto aggravarsi le sue condizioni di salute e presto verrà ricoverato in una casa di cura. Così F. G. resterà disoccupata e senza l’unica forma di sostentamento. Se non trova un altro lavoro in tempi brevi, rischia di perdere i figli e loro resteranno senza la cura e l’affetto dei genitori.

“Sono andata dalla mia assistente sociale – racconta – che mi ha detto che non si può fare diversamente, la segnalazione deve partire”. Quando le è stato chiesto come poter fare per arginare questa drammatica situazione, l’assistente sociale non ha trovato di meglio che rispondere: “Contatti Gianni Morandi, lui è un cittadino onorario e sensibile a questi argomenti”. Ma F. G. non ci sta: “E la mia dignità? Devo chiedere elemosina a un cantante famoso?”. Ha provato a contattare anche i servizi sociali della città, oltre a quelli del suo quartiere, ma la loro agenda è sempre piena. Nonostante l’ansia e gli attacchi di panico, F. G. vuole continuare a combattere per salvare la propria famiglia. Per riuscirci, lancia addirittura una proposta shock: “Sono disposta a vendere un rene pur di tenere con me i miei figli e assistere la piccola che non sta bene”.

Fonte: Bologna Today