Bolzano, la Provincia raddoppia il suo impegno per “un mondo più giusto e pacificato”: dal 1991, 50 milioni di euro per i progetti di cooperazione

provincia bolzanoSono finiti i tempi di don Camillo e Peppone. Lo dimostra il caso dell’Alto Adige dove Chiesa e istituzioni politiche stanno dimostrando di saper remare nella stessa direzione, soprattutto quando si tratta di sostenere le popolazioni più fragili del mondo. Di recente il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha annunciato che nel bilancio previsionale per il 2016 i fondi destinati alla cooperazione internazionale saranno raddoppiati. Una scelta avallata dal vescovo Ivo Muser che ha invitato a respingere “la tentazione di dividere il mondo in due, prima i nostri e poi gli altri”, perché “nella prospettiva cristiana la dignità umana non si può dividere”.

La decisione della Provincia Autonoma di Bolzano arriva dopo l’adozione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, da parte dei capi di Stato e di governo riuniti a fine settembre a New York all’Assemblea delle Nazioni Unite: un documento che determinerà la linea strategica della cooperazione allo sviluppo per i prossimi 15 anni.

La cooperazione internazionale è uno dei fiori all’occhiello della Provincia di Bolzano che in questo settore, dal 1991, ha finanziato iniziative per 50 milioni di euro. Un investimento solidale che ha permesso di raggiungere risultati positivi con progetti incentrati sull’educazione e la formazione professionale, la lotta alla fame e alla povertà più estrema, la sanità e la creazione di partnership locali.

Per il futuro, la Provincia di Bolzano intende raddoppiare il suo impegno per “un mondo più giusto e pacificato”, come ha detto il presidente Kompatscher. Le aree d’intervento saranno determinate seguendo le direttive dell’Agenda 2030, sintetizzata nelle 5 P di persone, pianeta, prosperità, pace e partnership. La cooperazione allo sviluppo promossa dalla Provincia altoatesina, inoltre, si dimostra anche in grado di rinnovarsi nei metodi: accanto alle fonti di finanziamento pubbliche, figurano ora anche quelle private, gli investimenti e l’accesso alle tecnologie e all’innovazione.

Particolare attenzione viene riservata all’emergenza migranti. A tal proposito Kompatscher ha ricordato l’esigenza “di combattere le cause dei flussi, che sono diseguaglianza e disparità nel mondo e portano a guerre e fanatismo”. Gli ha fatto eco il vescovo Moser che ha sottolineato come i progetti di sviluppo aiutino le persone ad avere una prospettiva nella loro terra e sono fonte di speranza.

Non è un caso, del resto, se proprio la Provincia di Bolzano abbia finanziato anche tanti progetti realizzati da Amici dei Bambini negli angoli più poveri e disperati del mondo. In Siria, solo nel corso del 2015 ha finanziato la realizzazione di una ludoteca sotterranea e ha cofinanziato con il ministero degli Affari Esteri un progetto sulla sicurezza alimentare della popolazione siriana.

Ma è dal 2005 che la Provincia altoatesina sostiene i progetti di cooperazione di Ai.Bi. Sono 10 gli interventi di Amici dei Bambini nel mondo finanziati in altrettanti anni. Tra i più importanti, la ludoteca allestita all’interno di un istituto in Moldova, il centro per il parto Maman Kolutu nella Repubblica Democratica del Congo, il progetto di sostegno alle mamme del Kenya nella fase post-parto.E ancora:  il programma di inclusione sociale attraverso attività ludico-ricreative in Marocco, i progetti “Famiglie in comune” in Kosovo e “Aracatuba” in Brasile, la promozione dell’accoglienza familiare in Colombia, l’intervento di emergenza in Nepal.

 

Fonte: Provincia.bz.it