Bonus casalinghe: entro il 31 marzo per chi presenta progetti destinati a chi si occupa della cura di casa e famiglia

Il Governo ha previsto dei finanziamenti per enti e associazioni che organizzino corsi in favore delle persone che non lavorano e si occupano della gestione della casa e della famiglia. Per ottimizzare le loro capacità e aiutarle in un eventuale inserimento nel mondo del lavoro

Il termine “casalinga” è uno dei più ambigui e, per molti versi, ingiusti che esistano. Perché porta con sé uno stereotipo figlio di una cultura passata che tanto passata non è, e perché si è come sedimentato in una definizione che non tiene conto di quanto lo stare a casa, occuparsi dei figli, dei genitori anziani e di tutte le incombenze domestiche possa essere pesante e, a volte, anche una “scelta”.
Spesso si è aperta la discussione sulla necessità e l’opportunità di dare un riconoscimento economico a queste figure, ma, probabilmente, la vera questione sarebbe quella di riuscire a fornire alle famiglie un supporto a 360 gradi per la gestione degli impegni e della conciliazione famiglia – lavoro.

Bonus casalinghe: un incentivo per corsi gratuiti

Va più in questa direzione il cosiddetto “bonus casalinghe” introdotto dal Governo con il Decreto Legge 104/2020, che prevede un incentivo per l’attivazione di corsi volti a digitalizzare questa fascia di popolazione e, dunque, a rendere più autonome le persone nella richiesta dello SPID, per esempio, o nell’utilizzo delle piattaforme INPS e INAIL, piuttosto che nell’uso dei principali strumenti digitali ormai indispensabili per qualsiasi attività
Il bonus casalinghe è rivolto, dunque, non alle persone fisiche, ma a quegli enti e associazioni che si occupano di formazione e che, per l’appunto, possono erogare i servizi di cui sopra.
Per poter richiedere il bonus, bisogna presentare, entro il 31 marzo 2022, dei progetti la cui fruizione è rivolta proprio alle persone che si occupano della cura della famiglia e della casa.
Come detto, gli argomenti principali sono quelli della digitalizzazione, ma anche dell’informazione, dell’utilizzo di mail e chat in modo consapevole, della conoscenza di strumenti che consentano una migliore gestione del budget familiare. Insomma, di tutto ciò che possa da un lato ottimizzare le competenze nella cura della casa e della famiglia, dall’altro essere utile anche per un inserimento o re-inserimento nel mondo del lavoro.

Enti e associazioni interessate al bonus casalinghe

Tra tutti gli enti che presenteranno dei progetti, quelli che verranno selezionati otterranno un budget per organizzare attivamente i corsi, della durata di un anno, che dovranno essere erogati in forma gratuita a chi ne farà domanda.
Il termine “bonus casalinghe”, dunque, per quanto renda bene l’idea è un po’ fuorviante, perché, come abbiamo visto, si rivolge prima di tutto a enti e associazioni, chiamando in causa solo in un secondo momento le “casalinghe” che frequenteranno i corsi. Ma il termine è fuorviante anche perché i corsi proposti non saranno riservati solo alle donne, ma anche agli uomini che si occupano della cura della casa e della famiglia. Ulteriore dimostrazione dell’ambiguità del termine “casalinga”