Bosnia. I figli dimenticati. Una legge riconosce le vittime degli stupri di guerra

Dopo 30 anni il Parlamento della Federazione di Bosnia-Erzegovina riconosce i bambini nati dagli stupri e le donne che subirono violenza come vittime civili di guerra

La Bosnia-Erzegovina è un Paese segnato dalla guerra, tra il 1992 e il 1995.
Tra le atrocità commesse in quel conflitto, gli stupri di massa hanno rappresentato una delle forme più crudeli di violenza, usata come arma di pulizia etnica e di umiliazione.
E fu proprio per portare aiuti ai bambini vittime della guerra dei Balcani, a quei “figli dell’odio”, nati dalla violenza, che Ai.Bi. diede inizio a progetti di Cooperazione Internazionale in Bosnia.
Tuttavia, fino a oggi, né le donne né i bambini erano stati riconosciuti come vittime civili di guerra, e avevano subito discriminazioni e stigmatizzazioni da parte della società bosniaca.

Una legge storica

Dopo anni di battaglie legali, finalmente il Parlamento della Federazione di Bosnia-Erzegovina ha approvato una legge storica che riconosce i bambini nati dagli stupri e le donne che subirono violenza come vittime civili di guerra, garantendo loro una pensione d’invalidità o un assegno mensile di assistenza.
La legge entrerà in vigore il primo gennaio 2024 e si applicherà a tutti i genitori, a prescindere dalla loro condizione economica.
La legge è stata accolta con favore dalle associazioni delle vittime, in particolare dalla Zaboravljena Djeca Rata (Figli dimenticati della guerra), un’associazione bosniaca che riunisce i bambini nati da violenze sessuali commesse durante la guerra. La presidente dell’associazione, Ajna Jusic, ha commentato: “L’adozione di questa legge è un passo importante verso la creazione di una società basata sull’uguaglianza di tutti i cittadini della Bosnia Erzegovina”.