Tra Brasile e Veneto: un cammino di adozione, ricerca e ritrovamento oltre i confini… è la storia di Roberta (1)

Ecco la prima parte dell’emozionante racconto di Roberta, adottata a due anni, e del suo viaggio alla scoperta delle proprie origini

La storia personale che Roberta ha voluto condividere con noi, per certi versi ricorda le atmosfere dei romanzi del noto scrittore brasiliano Jorge Amado: storie familiari complesse dove le relazioni, nel bene e nel male, sono quelle che contano e accompagnano nella vita.

Una storia di Adozione Internazionale

Originaria di Salvador de Bahia, Roberta è stata adottata a due anni da una famiglia veneta nel 1990: erano ancora gli anni delle adozioni internazionali non regolate da enti autorizzati, non esisteva una autorità centrale, la CAI, così che le famiglie si affidavano a missionari, avvocati o intermediari di loro conoscenza.
“La mia adozione, posso dirlo, è stata un successo – racconta Roberta che oggi è mamma a sua volta –  sono stata molto amata, mi sono laureata, oggi ho la mia famiglia. E come per molte persone adottate, intorno ai vent’anni ho sentito il bisogno di conoscere le mie origini.”

La ricerca

Il Brasile era già ben noto a lei, che parla bene il portoghese, e alla famiglia, abituata a trascorrere spesso le vacanze nel Paese; tuttavia la voglia di capire di più della propria storia personale, dei suoi primi due anni di vita, è sorta in età adulta.
La sua ricerca è iniziata così unendo i racconti di famiglia, i dati contenuto nel fascicolo personale e quanto ottenuto tramite social media.
“Nel mio fascicolo personale c’erano i nomi reali della mia numerosa famiglia biologica quindi ho saputo come sono andate le cose abbastanza in fretta – racconta – . Volevo però rintracciare qualcuno dei miei familiari così ho avuto l’idea di aprire un account Facebook con il nome di mia madre biologica. Caso ha voluto che un ragazzo mi abbia contattata scrivendomi: ‘Hai lo stesso nome di una mia zia!’ e da lì abbiamo cominciato a scambiarci messaggi . Mi disse che quella zia aveva dato in adozione una bambina: dati e fatti coincidevano, risalivano proprio al 1990”.

I pezzi del puzzle

Dal nipote della madre biologica, Roberta prosegue il suo viaggio della memoria e della storia, e riesce pian piano a mettere insieme i pezzi del puzzle.
“La mia famiglia biologica era appunto di Bahia, aveva origine indigene e abitava all’interno della foresta. I genitori erano coltivatori che lavoravano in una fazenda e io ero ultima di otto figli – racconta – Una famiglia che appariva unita ma pur lavorando tutti non c’era sostentamento per tutti”.
Così arrivò la decisione di portare Roberta in un istituto perché fosse adottata mentre i maschi, essendo forza lavoro, rimasero con mio padre nei campi.
Ma la storia non finisce qui.

(1 continua)

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati