Brescia: cinque fratelli ucraini trovano una famiglia in un colpo solo

a tavola in sette 350«Cinque figli non se ne parla nemmeno». Il Tribunale dei Minorenni di Brescia aveva esordito così di fronte alla volontà di Stefania e Mario Faccardi di adottare cinque fratelli ucraini. Nonostante tutte le relazioni fossero più che positive, il Tribunale ha messo a dura prova la determinazione dei coniugi Faccardi. Che alla fine l’hanno spuntata, forti del sostegno di familiari e amici.  Lui 37 anni, lei 38 hanno nel cuore i bambini dell’Ucraina fin dal 2000. Quando insieme ad altre persone hanno fondato l’associazione “Domani-Zavtra” che si occupa di ristrutturare gli orfanotrofi della Repubblica dell’Est e di organizzare d’estate quindici giorni di attività ricreative per i piccoli orfani in vacanza.

Stefania e Mario si sono conosciuti all’epoca della fondazione della loro associazione e già immaginavano di avere una famiglia numerosa e magari adottare qualche bimbo dai capelli biondi. Dopo sei anni di matrimonio, ecco che quel sogno è realtà. Dopo tre anni di attesa, finalmente sono genitori di cinque figli: quattro femmine di 17, 16, 14 e 8 anni. Mentre il maschietto di anni ne ha 13.  Tutti fratelli biologici. Che la coppia ha conosciuto già negli anni passati, quando i ragazzi passavano due mesi estivi e le vacanze di Natale con loro.

Il signor Mario confida: «Siamo a tutti gli effetti una famiglia da quindici giorni, ma il momento bellissimo è stato quando abbiamo finalmente riposto le valigie in cantina.  E’ stata dura per tre anni accontentarsi di poche telefonate e dell’immancabile messaggio della buona notte».    Sua moglie aggiunge: «Sapevamo che sarebbe stato bellissimo apparecchiare per sette ogni giorno, ma non immaginavamo che saremmo stati così felici».

E per indicare com’è cambiata la loro vita, papà Faccardi racconta: «Quando i ragazzi andavano via, entrare in casa era come essere catturati dall’eco delle loro voci, e poi attraversavi stanze buie e  sentivi sempre il rumore del motore del frigorifero: adesso il silenzio non abita più qui. E a noi piace tanto».

Su come stiano organizzando la loro quotidianità, raccontano che la piccola va a scuola ed è felicissima, le figlie maggiori seguono un corso di alfabetizzazione, i due figli di 14 e 13 anni frequentano la scuola media. «Ma con calma», ribadisce la signora Stefania. Perché il profitto dei ragazzi è l’ultimo dei obiettivi in questo momento.  E il marito spiega: «Oltre alle ore di scuola, abbiamo chiesto ai ragazzi di studiare due ore il pomeriggio: se non riescono a fare tutti i compiti, pazienza». E mentre sorridono, all’unisono ripetono:    «Quest’anno non ci siamo dati tempi, ma la tranquillità di viverci come famiglia»