Buratti (Asl Milano 1). “L’adozione è un tragitto che servizi e coppie debbono intraprendere insieme”

burattiI servizi sociali al fianco delle famiglie e dei bambini adottati: in ogni singolo momento e tappa del complesso e a volte lungo iter adottivo. Quando il servizio pubblico, in questo caso l’Asl Milano 1, diventa un punto di riferimento per quelle coppie che si vogliono avvicinare all’accoglienza di un minore straniero. L’Asl Milano 1 un esempio virtuoso di quando il servizio pubblico funziona e può essere un valido aiuto per contrastare il crollo delle adozioni internazionali.

Al convegno internazionale di Gabicce, è stato dato, infatti, spazio anche ai servizi pubblici, rappresentati da Patrizia Buratti (Responsabile scientifico del centro Adozioni  “Il Cerchio” dell’Asl Milano 1) e Alda Martegani (responsabile dei consultori familiari del XX Municipio di Roma e del servizio Adozioni dell’Asl RME che hanno parlato della crisi delle adozioni dal loro punto di vista e illustrate le iniziative messe n campo per contrastarla.

Nel territorio di competenza dell’Asl Milano 1 è stato costituito ‘Il Cerchio’ , il Centro Adozioni Unico ha spiegato Buratti – con lo scopo di favorire l’integrazione tra gli attori, la specializzazione degli operatori,  l’omogeneizzazione dell’offerta,  l’individuazione di un centro di responsabilità, la maggiore visibilità del servizio e l’istituzione di una banca dati centralizzata.  Alla base la concezione del percorso adottivo inteso come tragitto che servizi e coppie debbono intraprendere insieme e la forte integrazione a cui sono tenute le agenzie che lavorano per l’adozione”.

Al Centro Adozioni Unico si forniscono informazioni, si cura la preparazione  degli aspiranti genitori all’adozione, si svolge l’indagine psico-sociale, si sostiene la coppia dal momento dell’arrivo del bambino e si  costruisce un progetto personalizzato.

E soprattutto si coinvolgono attivamente le coppie anche nell’analisi della crisi delle adozioni. Alla domanda ‘perché in “caduta libera”,  le coppiehanno individuato tra le principali cause la crisi economica, la precarietà, il timore per il futuro,  il numero crescente di bambini special needs, la maggiore efficacia di fecondazioni e forse parziale  “sdoganamento” rispetto all’eterologa e sempre maggiori difficoltà a realizzare il progetto adottivo (Paesi che chiudono, regole non chiare e timori di poca assistenza).

E i servizi? “Cambiano di conseguenza anche questi – ha precisato Buratti -: sisposta l’attenzione dall’indagine al tempo dell’attesa, si dedicano maggiori risorse (tra quelle disponibili) agli interventi nel post adozione e di sostegno individuale”

L’Asl Milano 1 ha avviato anche iniziative rivolte al mondo della scuola con percorsi formativi per gli insegnanti e  percorsi di inserimento scolastico e del ‘ben-essere’ a scuola.

E per i casi più ‘complessi’ sono attivi diversi progetti per gestire i fallimenti e gli adolescenti altamente problematici con interventi di rete (Comune, Uo.Npia, TM, Scuola…), psicoterapia familiare e per i ragazzi, e varie iniziative di accompagnamento “familiare” rispetto ansie per arginare l’innesto di dinamiche patologizzanti”.