Burkina Faso, nuovo golpe militare scioglie il governo di transizione: è battaglia nelle strade

proteste colpo di statoÈ caos politico in Burkina Faso a seguito del golpe organizzato dalle forze militari a cui si sta opponendo una sorta di “primavera burkinapè” che vede gran parte della popolazione  civile erigere barricate per le strade. Il Paese africano ripiomba quindi nel terrore, a poco meno di un anno dal precedente colpo di stato che, il 31 ottobre 2014, depose con una sommossa popolare il presidente Blaise Compaoré, al potere da decenni.

Questi i fatti. Nella notte tra il 16 e il 17 settembre, il Régime de sécurité présidentielle (Rsp), l’esercito che ha il compito di difendere l’incolumità del Capo di Stato, ha invece arrestato il presidente di transizione Michel Kafando e il primo ministro Issak Zida, imponendo lo stato di fermo anche ad altri membri del governo di transizione, entrato in carica dopo il golpe del 2014. Gli stessi militari hanno annunciato ufficialmente, con un messaggio trasmesso via radio e dalla tv nazionale, che il governo provvisorio è stato sciolto.

A insediarsi come presidente è stato Gilbert Diendéré, già Capo di Stato Maggiore durante l’era Compaoré, che ha subito ordinato il coprifuoco e la chiusura delle frontiere. Alla cerimonia di insediamento del generale Diendéré, che si è tenuta il 20 settembre al palazzo presidenziale, non era però presente nessuno: tanto che i suoi fedelissimi hanno deciso di andare a prendere gli assenti casa per casa e di trascinarli con forza alla cerimonia.

Fin dal primo momento, la popolazione del Burkina Faso ha dimostrato di non sostenere il nuovo golpe. Nella capitale Ouagoudougou, la gente ha affollato le strade dimostrando di non avere alcuna intenzione di abbassare la testa di fronte ai militari fedeli all’ex presidente Compaoré. Nonostante il coprifuoco, infatti, si è continuato anche domenica 20 settembre  a erigere barricate e a protestare. Fino allo scontro a fuoco che, secondo un bilancio provvisorio, sarebbe costato la vita ad almeno 10 persone, mentre altre 60 sarebbero rimaste ferite. Le forze militari avrebbero messo in campo circa 1.200 soldati preparati a setacciare la capitale per evitare ulteriori assembramenti e manifestazioni, potendo contare – secondo alcune segnalazioni – anche sull’appoggio di mercenari provenienti dalla Costa d’Avorio e dal Togo.

Una repressione che però non sembra scoraggiare soprattutto la gioventù burkinapé che, ardente di uscire dall’oscurantismo e dal terrore nel quale i militari starebbero tentando di rigettare il Paese, continua a girare video e a scattare foto postandole poi sui social network, con lo scopo di mostrare al mondo che cosa sta accadendo in Burkina Faso e raccogliere il consenso internazionale.

Davanti a questa situazione, il presidente del Consiglio nazionale di transizione, Cherif Sy, ha denunciato che lo Stato è “in ostaggio” e che “la Nazione è in pericolo”, invitando la popolazione alla rivolta. Dall’altra parte, il neo-presidente imposto dai militari, Diendéré, ha assicurato che le elezioni, previste per l’11 ottobre, si svolgeranno regolarmente. Secondo lui, il golpe si sarebbe reso necessario per il clima di incertezza e tensione sociale dovuto alla fragilità del governo di transizione.

Stati Uniti, Unione Africana e Unione Europea hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione in Burkina Faso. Gli ambasciatori di Usa e Francia hanno anche chiuso le ambasciate e ordinato l’evacuazione dei loro concittadini presenti nel Paese. A passare ai fatti è stata per prima la Svizzera che ha sospeso gli aiuti diretti alle autorità governative del Burkina Faso, per un ammontare di 11 milioni di euro l’anno, pur continuando ad assicurare gli aiuti alla popolazione civile.

 

Fonte: Polisblog