Cagliari. Orrù, Assessore ai Servizi Sociali: “Presto un protocollo operativo fra Servizi Sociali, Enti Autorizzati e Tribunale dei Minorenni per promuovere l’adozione internazionale”.

susanna orrù
Assessore alle Politiche Sociali a Cagliari, Susanna Orrù

Cosa fare per uscire da questa situazione di crisi? Ecco il punto di vista dell’assessore alle Politiche Sociali Susanna Orrù del Comune di Cagliari.

Assessore, qual è stato secondo Lei l’esito dell’incontro?

“La conferenza stampa è andata molto bene, ha suscitato interesse e grande partecipazione. Oltre ad Ai.Bi., che l’ha promossa, hanno presenziato anche altre 2 associazioni che si occupano di adozioni internazionali, e per noi è stata l’occasione di creare cooperazione e rete fra istituzioni e associazioni, per affrontare insieme le tematiche delle adozioni e, perché no, pensare a stilare un protocollo operativo per la collaborazione tra Servizi Territoriali, Enti autorizzati e Tribunale per i Minorenni, in materia di adozione nazionale ed internazionale, per facilitare le famiglie nel loro percorso adottivo”.

Molto bene, assessore: sono anni che attendiamo l’avvio di questi protocolli, fra l’altro previsti dalla legge 476 /98. Ma quale potrebbe essere il suo impatto sulle problematiche delle procedure adottive?

“Non so cosa intenda fare la Regione Sardegna, ma come Comune di Cagliari intendiamo sensibilizzare la cittadinanza e facilitare la vita delle persone che vogliono iniziare questo percorso. Vogliamo costituire una rete che affronterà non solo il tema delle adozioni internazionali, ma anche quello dell’affido e dell’adozione nazionale, principalmente per dare ai bambini la speranza di una vita migliore, e ciò va di pari passo con l’interesse delle famiglie che hanno intenzione di accogliere questi minori.

Ritengo inoltre importante trattare in modo congiunto il tema dell’intercultura: i bimbi provenienti da altre parti del mondo contribuiscono a far diventare multietnica la nostra comunità, e da questo la nostra società non può che trarre vantaggio e vigore per la costruzione di una nuova cittadinanza”.

Che messaggio vorrebbe dare alle tante famiglie sconfortate che hanno vissuto delle esperienze negative, che stanno ancora aspettando o che magari hanno già rinunciato?

“Vorrei dar loro un messaggio di speranza. Da una parte, ci sono tanti bambini che hanno bisogno di trovare amore e una famiglia. Dall’altra, ci sono coppie che desiderano avere dei figli e crescerli con dedizione, calore e sentimenti profondi. Si tratta di una domanda–offerta, di un incontro di speranza e vita”.