Campagna “Adottaunragazzo”: Viola la dignità della persona trattandola come un oggetto da acquistare”

adottaunragazzoTrovare il compagno giusto? Lo si sceglie facendo shopping a distanza: lo si vede sul catalogo del supermercato online e, se piace, lo si contatta. L’idea arriva da AdottaUnRagazzo, portale nato in Francia (‘AdopteUnMec’) pensato per le donne perché contiene migliaia di esponenti del sesso maschile da…provare. Proprio come ‘prodotti’ del largo consumo, i ragazzi suddivisi per regioni, possono essere selezionati grazie a decine di criteri di ricerca. Ad esempio in base alla professione: lo si preferisce cuoco, massaggiatore, artista o sportivo? Basta interpellare il sito e, oplà, la gallery è servita. Secondo gli ideatori del sito, quest’anticonvenzionale dinamica di seduzione non offende nessuno: gli uomini comprendono l’umorismo provocatorio e sono ben contenti di visitare il sito, sapendo che le ragazze, trattate come regine, si sentiranno a proprio agio. Perché, come si legge sul sito, ‘al supermercato degli incontri, le donne fanno buoni affari’.

Pubblicità, che campeggiata su cartelloni e affissioni nella città di Milano nel mese di febbraio, ha suscitato un aspro dibattito fino all’ingiunzione dell’Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria. Sul suo sito, infatti si mette nero su bianco che “il Presidente del Comitato di Controllo visto il messaggio pubblicitario “adottaunragazzo.it – nuova applicazione mobile”, ritiene lo stesso manifestamente contrario all’art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale”.

Ad avviso del Comitato di Controllo tale comunicazione, “per l’impatto che suscita l’immagine ed il significato che trasmette – continua – si pone in contrasto con l’articolo 10 del Codice, che prescrive il rispetto della ‘…dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni e deve evitare ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere.”.

L’immagine, (disegno stilizzato di una donna che trascina il carrello della spesa in cui sta per finire un uomo) che riempie da sola il cartellone pubblicitario, enfatizza il concetto di ‘acquisto’ della persona, che viene posta in un carrello alla stregua di un qualsiasi altro oggetto, veicolando un messaggio offensivo e svilente.

“Mancano nel contesto elementi che possano in qualche misura connotare il messaggio di una valenza diversa –conclude -, attenuandone la portata, e in assenza di ogni altro contenuto o significato anche l’utilizzo del termine ‘adozione’ legato a quello di ‘ragazzo’ appare ambiguo e fuorviante, potendo suggerire un’impropria decodifica dell’adozione come un traffico di persone”.

Un dibattito che dunque non accenna a placarsi.

Fonte: www.iap.it