Cardinale Bagnasco: “I bambini non diventino oggetto di diritto: semplificare le procedure di adozione per dare loro una famiglia, grembo della vita”

bagnascoDalla forza della famiglia all’indifferenza davanti al dramma dei profughi, dai diritti dei bambini alla crisi demografica. Sono tanti i temi affrontati da Sua Eminenza cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nel corso della sua prolusione in occasione dell’apertura del Consiglio permanente della Cei, tenutosi a Genova lunedì 14 marzo.

Al centro dell’attenzione di Bagnasco torna a essere la famiglia, perno della rete sociale, luogo in cui si condividono le risorse e si genera fiducia e coraggio di andare avanti”. Per il cardinale di Genova, la famiglia è “il più grande capitale di impresa e di solidarietà sociale”, oltre che un “tesoro da non indebolire e disperdere con omologazioni infondate, trattando nello stesso modo realtà diverse”.

Chiaro il riferimento ad altre forme di unione che non possono essere paragonate a quella tra uomo e donna sancita dal matrimonio. Soprattutto alla luce dei diritti dei bambini. Un tema sul quale Bagnasco interviene stigmatizzando la deriva individualista in atto. “Mentre riaffermiamo che avere dei figli è un desiderio bello e legittimo – afferma il presidente della Cei -, così è diritto dei bambini non diventare oggetto di diritto per nessuno, poiché non sono cose da produrre. Tanto più che certi cosiddetti diritti risultano essere solo per i ricchi alle spalle dei più poveri, specialmente dalle donne e dei loro corpi”.

Se da un lato torna a condannare pratiche disumane come quella dell’utero in affitto, dall’altra Bagnasco richiama il mondo politico italiano alla necessità di semplificare le procedure di adozione.

Solo così è possibile ridare il diritto di essere figlio a tanti bambini abbandonati, “vittime della cultura dello scarto” a cui Bagnasco certamente fa riferimento quando si raccomanda con le comunità cristiane di essere “luoghi di accoglienza”.

Quell’accoglienza che, in questo caso, è anche strumento fondamentale per combattere il crollo demografico. L’Istat ha rivelato che, nel nostro Paese, nel 2015, a fronte di 653mila decessi, ci sono state solo 488mila nascite. Un quadro demografico che, per Bagnasco, “è sintomo di una crisi più profonda di quella economica. La famiglia, grembo della vita, e l’occupazione sono le cose più concrete a cui il popolo guarda con preoccupazione crescente. Ed è su queste emergenze – prosegue il presidente della Cei – che la gente vuole vedere la politica impegnata giorno e notte per misure urgenti e concrete”.

Altra emergenza è quella del tragico esodo di migranti e rifugiati. “Facciamo nostra – dice a questo proposito Bagnasco – la voce di popolazioni stremate dalle stragi, dalle rovine, dalla totale incertezza”, a cui la Chiesa italiana continua a portare il proprio contributo di accoglienza.

 

Fonte: Avvenire