“Caro Francesco, perché non parli delle adozioni? Ci sono milioni di bambini che hanno bisogno d’amore e di una famiglia…”

letteraConoscere, di più e meglio, Papa Francesco e farlo dall’osservatorio speciale e privilegiato degli occhi e del cuore dei bambini. Quando un bambino racconta, non dice mai solo quello che vede ma narra quello che sente. Lo sguardo di un bambino sa contenere solo quello che lo emoziona ma il bello è che lo emoziona tutto perché non ha filtri sociali, culturali, pregiudiziali. Un bambino non ha responsabilità perché non ha responsi, non ha risposte, sulla vita. Ma ha tante domande. E leggendo le loro domande noi riscopriamo la realtà, che è la verità a misura dei nostri sguardi e ci liberiamo dalle nostre risposte standard, che sono le risposte alle domande che dentro di noi abbiamo ucciso, dalle quali noi adulti abbiamo deciso di non farci interrogare più.

E le domande (inerenti la guerra, la morte e la vita) i bambini le hanno trasformate in letterine che in questi 3 anni di pontificato hanno inviato a Papa Francesco e che ora sono state raccolte in unico libro “Letterine a Papa Francesco” a cura di Alessandra Buzzetti, vaticanista del Tg5.

Pensieri semplici e sarà che è Natale e la parola Papa assomiglia alla parola babbo di Babbo Natale, ma questi bambini hanno capito che in Vaticano c’è qualcuno che è lì per loro, come una mamma o un papà che sono in casa, la sera, la domenica, alla recita, quando hai la febbre o quando si va in bici al parco. Uno che non sa tutte le risposte però non ha paura di nessuna delle tue domande. Loro vanno dal Papa. Come Sandra Zappa, adottata dalla Colombia a 3 anni e che una sera, mentre già si trova nel suo letto, prende carta e matita e scrive al suo amico Papa Francesco, per raccontargli la sua storia, di bambina fortunata: da abbandonata ad accolta in una famiglia con una mamma, un papà e fratelli di altri Paesi. E allora scatta spontanea una richiesta: Francesco, perché non parli più spesso di noi? Di noi bambini abbandonati e alla ricerca di una famiglia che li ami? Riportiamo la versione integrale della letterina di Sandra.

Ciao Francesco, sono Sandra Zappa, vivo a Milano e sono stata adottata dalla Colombia a 3 anni. Adesso ho 13 anni e ho un fratello di 8 anni anche lui adottato, ma non in Colombia ma in Cina. Adesso la mia mamma e il mio papà stanno aspettando la terza adozione in Cina. Secondo me, io e mio fratello e il/la nostro fratello/sorella siamo fortunati ad avere una famiglia così. Questa famiglia è speciale per me, perché la mia speranza si stava spegnendo ma, grazie a loro e a Gesù, mi hanno riacceso questa luce (speranza). Poi c’è chi non crede e chi crede, ma io credo in Gesù e nelle cose che mi dice la mia famiglia di fare, cioè nei consigli dei miei genitori, anche se da piccola non sapevo cosa volessero da me. Comunque, mio papà mi diceva che, prima che arrivassi, andava nella parrocchia di Santa Maria di Lourdes a pregare per avere un figlio e talmente pregò che ad un certo punto sentì un vento sopra la sua testa. Il vento arrivò dalla fonte Battesimale dove poi fui Battezzata: lo SPIRITO SANTO!

Mi ha molto colpita quello che hai detto sul cibo e sull’inquinamento. Io oggi ho discusso con dei miei amici sul cibo della mensa della Milano Ristorazione, (siccome frequento il tempo prolungato il lunedì e il mercoledì); una mia amica faceva facce strane per dire che quel cibo non era buono. A me però questo non stava bene. Lo stesso, un altro ragazzo che diceva che quel cibo era … No! Mi fa arrabbiare perché penso a quella gente che non ha niente! Anch’io da piccola l’ho provata questa sensazione!

E poi, a me non va bene per le adozioni: una volta la percentuale era abbastanza alta, adesso si è abbassata e in tante parti del mondo ci sono tanti bambini che aspettano famiglie ed alcuni aspettano così tanto che muoiono dal voler una famiglia. Bisogna fare qualcosa. Questi bambini hanno bisogno d’amore, di una famiglia e, secondo me, l’amore nel rapporto tra il bambino adottato e il genitore è più forte di quello col bambino biologico.

Il bello dei bambini è che non sanno ancora cosa significhi tv, tablet, ecc… hanno una fantasia pazzesca; riescono a giocare anche con due legnetti trasformandoli con foglie in barche! E poi, questi giochi sono: 1) gratis 2) quel gioco ha una vera storia 3) ne possono costruire infiniti, senza fare fatica a pensare ad altre forme, come gli inventori che si devono arrovellare per inventarne altri tipi.

Ti direi tantissime cose ancora, però la mia matita mi dice che è ora di andare a dormire, (anche perché la punta è esaurita). Ti ho scritto perché vorrei che parlassi di più sulle adozioni.

Sandra