Caso Airone in Kirghizistan. Quando le inchieste non sono bufale, la giustizia fa il suo corso : la Procura chiede 4 rinvii a giudizio

truffa2L’inchiesta della Procura di Savona per le truffe intorno alle adozioni internazionali sull’asse Italia-Kirghizistan approda in udienza preliminare. Toccherà al giudice Francesco Meloni, il prossimo 2 febbraio, decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dal pm Daniela Pischetola alla fine dello scorso febbraio.

Gli indagati, tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, sono i responsabili e referenti dell’ associazione Airone, che operava dal 1991, aveva sede ad Albenga e filiali anche in altre zone d’Italia: ad Azzano San Paolo (in provincia di Bergamo), ma anche a Pisa e Roma.

Le coppie italiane truffate sarebbero ventuno: secondo l’ipotesi degli inquirenti, i vertici dell’associazione “Airone” le indirizzavano verso il Kirghizistan con la promessa che l’iter per l’adozione sarebbe stato facile e veloce rispetto ad altri paesi stranieri, ma così non accadeva nonostante le migliaia di euro versate.

Nei guai sono finiti l’allora presidente dell’associazione Silvia La Scala, 69 anni, una collaboratrice della onlus, Inna Troukhan, 47 anni e i due referenti esteri di “Airone” Alexander Angelidi, di 52 anni, e Venera Zakirova, 48 anni, entrambi di nazionalità kirghisa (sul registro degli indagati era finita anche una quinta persona, il vicepresidente della Onlus Orietta Maini, che nel frattempo è morta e di conseguenza la sua posizione è stata stralciata).