Cecchetti (Ai.Bi.): “La Regione Veneto sostiene le coppie adottive, ma restano i diritti negati a centinaia di bambini per ‘sopraggiunto superamento del limite d’età’”

famigliaLa Regione Veneto ha impegnato 470mila euro per il biennio 2016-2017 al fine di sostenere le coppie che desiderano adottare un figlio e di proporre percorsi di accompagnamento per le famiglie che hanno già adottato e per i minori accolti. I 470mila euro stanziati saranno destinati ai progetti territoriali coordinati dalle 7 Ulss provinciali; alla gestione del portale informatico venetoadozioni.it che fornisce tutte le informazioni utili sia agli operatori del settore che agli aspirati genitori adottivi; e all’organizzazione di corsi di informazione e sensibilizzazione destinati alle coppie che intendono adottare.  Sulla decisione della Regione Veneto di impegnare questa notevole somma proprio a favore dell’adozione internazionale è intervenuto il coordinatore di Ai.Bi. Veneto, Massimo Cecchetti.  

 

Ho colto con particolare soddisfazione, e un pizzico di orgoglio, la notizia che la Regione  Veneto, nella quale coordino le attività di Amici dei Bambini e che ha accolto nel  tempo i miei 3 figli adottivi,  intende rilanciare il proprio impegno sul fronte delle adozioni internazionali.

Questo ritrovato impegno, non può che far bene a un sistema che a livello nazionale soffre di una sempre più preoccupante immobilità, in particolare nelle istituzioni preposte a favorire l’incontro tra un bambino abbandonato e una famiglia disposta ad accoglierlo come figlio. Conseguenza ne è stato il crollo delle adozioni internazionali registrato negli ultimi anni che ha interessato e continua a interessare anche la nostra regione.

La Regione Veneto in questi anni è sempre stata attenta al mondo dell’azione internazionale, in particolare all’accompagnamento e alla formazione delle famiglie, divenendo un punto di riferimento per tante altre regioni italiane. Questo grazie anche alle numerose famiglie venete che in questi anni si sono aperte all’accoglienza di un bambino straniero: dal 2000 al 2013 (ultimo anno, ahimè, in cui la Commissione Adozioni Internazionali ha reso pubblici i dati relativi alle adozioni internazionali) il Veneto è stato secondo solo alla Lombardia per procedimenti adottivi realizzati, seguiti per competenza dal Tribunale per i Minorenni di Venezia.

Se  tutto questo ci incoraggia e ci fa intravvedere una nuova primavera dell’adozione internazionale, non possiamo non denunciare che proprio in una delle regioni  “più accoglienti” d’Italia,   il diritto a ritornare a essere figlio è negato a bambini e bambine, abbandonati e quindi senza una famiglia, per “sopraggiunto superamento del limite di età”.

Questo è quanto frequentemente viene stabilito nei decreti “vincolati” di idoneità all’adozione internazionale, rilasciati alle famiglie venete, che inchiodano il destino di un bambino e mettono in seria difficoltà la realizzazione del progetto adottivo delle famiglie.

In qualità di genitore adottivo e di formatore in Ai.Bi., assisto con profondo rammarico alla perdita di speranza di  genitori adottivi che rischiano di non poter incontrare mai un loro figlio,  sotto i 3 anni di età (perché, in tanti Paesi stranieri, bambini adottabili così piccoli non ce ne sono) e penso a tutti quei bambini rifiutati, a prescindere, perché venuti al mondo in un anno sbagliato.

Perché Pablo (8 anni – Perù), Mariana (7 anni – Moldova), Jesus (9 anni – Colombia) e tanti, tanti altri… non hanno diritto una famiglia?

Viene da chiedersi chi e perché possa decidere, in questi termini, del destino di un bambino. E in questa considerazione,  mi confortano le parole più volte proferite da papa Francesco:  “Chi sono io, per …”

Ma al di là, di quella che può sembrare solo l’emotività di un padre (adottivo), mi consola e fa ancora sperare che una legge del mio Paese, ancorché spesso disattesa, reciti proprio così : “Il diritto del minore a vivere, crescere ed essere educato nell’ambito di una famiglia è assicurato senza distinzione di sesso, di etnia, di età, di lingua, di religione … “ (L. 149 del 2001, dal titolo “Diritto del minore alla propria famiglia”).

Mi auguro che quanto prima venga interamente applicata, a prescindere.

Pablo, Mariana e Jesus attendono, al più presto, una loro mamma e un loro papà.