Che fine faranno tutti i bambini che non vengono adottati da nessuno?

Raffaella scrive:

Buongiorno,

ho letto attentamente i Dati Statistici del Rapporto Cai 2012 e, purtroppo, è evidente quanto sia notevole il calo dell’adozione internazionale nel nostro Paese. Le cause sono molteplici e forse chi ci lavora, come Ai.Bi. e gli altri Enti Autorizzati, sa interpretarle appieno.

C’è una cosa che mi viene da sottolineare: quanti Paesi, oggi, oltre la Colombia, stanno rivedendo la propria posizione riguardo l’apertura all’adozione a coppie straniere? Quante scelte politiche portano ad un percorso senza ritorno?

Spero proprio di no; non solo per le tante coppie che attendono ma soprattutto per i bambini che altrimenti rischiano di non trovare una famiglia che li ami.

A tutto questo si aggiunge la crisi economica, che forse condiziona molte coppie a desistere perché adottare all’estero ha costi notevoli, inutile negarlo, e chissà forse c’è anche una nuova tendenza di alcuni tribunali che sono meno propensi a concedere l’idoneità.

E allora… che fine faranno tutti i bambini che sono negli istituti? Quale sarà la loro vita a 18 anni? Nessuno purtroppo si pone queste domande.. lo trovo veramente triste…

 

Irene-BertuzziGentile Raffaella,

parto dalle sue ultime domande perché sono drammatiche e credo che nessuno possa dare delle risposte esaustive. “Che fine fanno tutti i bambini negli istituti che non vengono adottati da nessuno? A 18 anni cosa gli si prospetta davanti? E’ davvero tragico pensare cosa succederà delle decine di migliaia di bambini in difficoltà e/o senza famiglia se non ci saranno più coppie disponibili ad accoglierli.

Come lei giustamente fa notare, dai dati CAI si evince come il calo delle Adozioni internazionali sia una realtà di fatto. Le cause da lei evidenziate sono corrette : c’è indubbiamente un insieme di fattori che portano ad avere un risultato così deludente.

Oltre a quanto sottolineato vanno aggiunte altre considerazioni: il clima negativo attorno all’adozione internazionale, l’atteggiamento dei servizi del territorio che spesso, invece di accompagnare la coppia, la giudicano e la selezionano, la convinzione che l’adozione debba riguardare solo bambini piccoli e non quelli in età scolare.

Che cosa succederà dell’adozione internazionale? E’ una domanda che ci poniamo anche noi . Siamo però convinti che occorra lavorare continuamente per invertire tale tendenza, siamo convinti che occorra guardare avanti consapevoli che l’adozione internazionale è cambiata rispetto a qualche anno fa, siamo consapevoli che è forse diventata più difficile ma che, opportunamente preparati, è un’avventura che può essere affrontata.

Un saluto

Irene Bertuzzi

Area Tecnica Formazione di Ai.Bi.