Cina, arriva il primo baby-boom dopo l’abolizione della politica del figlio unico: nel 2016 7,9% di nuovi nati più del 2015

neonati cinesiLa politica del secondo figlio, in Cina, comincia a dare i propri frutti. Il 2016 ha infatti fatto registrare un boom di nascite, grazie all’inversione di tendenza avvenuta in particolare negli ultimi mesi dell’anno rispetto al periodo immediatamente successivo all’abolizione della politica del figlio unico da parte delle autorità di Pechino.

In termini numerici, il boom ha visto 17,86 milioni di nuovi nati nel corso dell’anno appena terminato: il 7,9% in più rispetto al 2015, quando i bambini venuti al mondo in Cina si fermarono a quota 16,55 milioni.

In questo quadro positivo, l’aspetto più incoraggiante è dato dal fatto che il 45% delle nascite del 2016 sia avvenuta in famiglie che avevano già almeno un figlio. Anche in questo caso un dato superiore a quello dell’anno precedente, quando solo il 30% dei nuovi nati trovarono ad attenderli almeno un fratellino o una sorellina. “Questo dimostra che la politica universale del secondo figlio è maturata al momento giusto e ha lavorato in modo effettivo”, commenta Yang Wenzhuang, direttore di divisione alla National Health and Family Planning Commission, l’ente che ha realizzato elaborato i dati sulle nascite in Cina.

La reazione delle famiglie cinesi allo smantellamento della politica del figlio unico era stata in realtà piuttosto timida. Nel 2013 il governo di Pechino aveva concesso la possibilità di avere un secondo bambino alle coppie in cui uno dei due componenti fosse figlio unico, per poi estendere tale diritto a tutti. Ma il costo della vita aveva inizialmente scoraggiato i genitori ad avere più figli. Secondo uno studio condotto dall’Associazione delle donne cinesi un anno fa, il 53% delle famiglie che aveva già un bambino non intendeva averne un secondo.

Ora la tendenza sembra essersi invertita in direzione di un maggiore incremento demografico. Trend che rende sicuramente più alla portata gli obiettivi del governo di Pechino che intende arrivare a 1,42 miliardi di persone nel 2020 e a 1,45 nel 2030 – partendo dagli 1,37 del 2015 – prima di iniziare a diminuire, come dicono le previsioni.

 

Fonte: Avvenire