Cina. L’ansia del primo incontro: “Riusciremo ad accoglierla nel modo giusto?”

bambina giocattolo tra le mani 400x300A otto anni basta un peluche per attraversare 8mila chilometri di solitudine e diffidenza. La storia di Xiaoyu (nome di fantasia) adottata da una famiglia italiana e arrivata nel nostro Paese pochi mesi fa è il paradigma di quanto spesso la differenza tra ‘bambini piccoli’ (cioè in età prescolare) e ‘bambini grandi’(dai sette anni in su) sia tutta nella testa degli adulti.

La mamma di Xiaoyu, ha accettato di condividere le emozioni e l’esperienza dell’adozione a partire dal momento del fatidico incontro con la loro figlia avvenuto nell’istituto per minori di Xi’an, dove sono all’incirca novecento i minori che aspettano di avere una nuova famiglia che li accolga.

Ma ecco quello che scrive la neomamma di Xiaoyu:

«Ora che nostra figlia è con noi è molto strano tornare a ricordare i momenti antecedenti all’incontro: l’attesa, l’abbinamento, l’incontro. L’attesa? Lunghissima ma di essa non ricordiamo nulla. L’abbinamento? Una miscela contrastante di emozioni. Da allora tutto ha cominciato a girare intorno a nostra figlia, generando tra noi, i suoi futuri genitori, un rapporto completamente nuovo: era cominciata l’attesa vera, quella in cui ti chiedi dove eri fino ad oggi e dove è stata tua figlia finora. L’incontro? Un concentrato di ansia, ma anche il giorno più bello della nostra vita. Ci siamo chiesti: cosa succederà? Riusciremo ad accoglierla nel modo giusto? Eravamo preparati al fatto che magari l’impatto sarebbe stato difficile e poco ‘romantico’. Abbiamo scelto di adottare una bambina di otto anni: è grande, ci siamo detti, e quindi porterà con sé una consapevolezza specifica fatta di memoria, storia e ricordi».

La mamma di Xiaoyu descrive in una lunghissima lettera attimo dopo attimo l’incontro con la loro bambina. Ma un aspetto merita di essere segnalato. Il pianto di Xiaoyu. Che è terminato quando ha ricevuto un panda di peluche.

Continua la nuova mamma:

«Avevamo con noi come regalo il panda di peluche che le avevamo già fatto conoscere tramite un book fotografico fattole arrivare qualche giorno prima. E’ incredibile come per un bimbo un oggetto di poco valore possa diventare un ponte, uno strumento di comunicazione, una porta attraverso la quale incontrarsi e ‘toccarsi’. Quando Xiaoyu ha riconosciuto il panda, all’improvviso è cambiato tutto. Ha cominciato a sorridere divertendo sia farsi fotografare e poi a immortalare tutto e tutti. Nostra figlia ha fatto nei nostri confronti un grande atto di fiducia e si è affidata a noi fin dal primo minuto».

Da quel momento in poi ogni giorno la nuova famiglia ha iniziato a conoscersi, anche con qualche difficoltà.

Prosegue la lettera:

«Abbiamo senz’altro sofferto e ci siamo sentiti spaesati, ma abbiamo potuto sperimentare che cosa voglia dire amare una bambina. In un momento di crisi per consolarla le abbiamo detto, come tante volte avevamo fatto, nel nostro cinese stentato ma utile:”Xiaoyu, tu sei nostra figlia”. Lei ci ha ricambiato con un sorriso».

Da due mesi in qua ogni giorno della nuova vita di Xiaoyu finisce con la buonanotte che riceve nel suo letto profumato di amore e di speranza. Per i genitori è una gioia immensa vedere che la piccola si addormenta serena mentre con gli occhi pieni ancora di sorpresa controlla al volo che tutto sia in ordine nella sua stanzetta colorata.

Chiosa la mamma di Xiaoyu:

 «Sono momenti questi che ci fanno pensare una sola cosa: che cosa abbiamo fatto noi di buono per meritare una simile fortuna?»