Cina. Le coppie: “Il primo incontro è uno tzunami emozionale e un’attesa snervante come quella della sala parto: una baraonda di lacrime e abbracci”

PotzUno tzunami emozionale, lacrime e un’attesa paragonabile a quella della sala parto. Solo che questa volta a fare su e giù nervosamente in corridoio davanti ad una porta sperando che si apra al più presto, non è un papà, ma entrambi i futuri genitori: mamma e papà che tenendosi per mano guardano fissi dritti a loro in attesa che si palesi davanti agli occhi il loro piccolo bambino. E qua non sempre il passaggio dalle braccia della tata a quelle forti e definitive dei nuovi genitori, avviene in modo “liscio”. Ma a questo le coppie sono preparate e sanno dare ai bambini il tempo necessario per prendere confidenza e…affidarsi.  Sono proprio questi momenti “turbolenti” del primo incontro, tra diffidenza, lacrime di gioia, ansie e documenti da firmare che vengono raccontati dai genitori in questa seconda puntata del diario da Xi’an, partiti lo scorso 18 settembre: 8 coppie italiane di Amici dei Bambini atterrati nella grande Cina per conoscere i loro bambini.

L’incontro è avvenuto proprio come da voi descritto in precedenza: no privacy! I piccolini sono arrivati immediatamente – racconta Nardon –  e ad uno ad uno assegnati alle rispettive famiglie che si sono ritagliate ognuno il proprio spazio tra ufficio e corridoio. E’ stato emozionante vedere le altre coppie avvicinarsi ai propri piccoli : quando è arrivato il nostro turno invece l’emozione iniziale è stata immediatamente sostituita dalla frenesia di coccolare la piccolina, fare qualche foto e firmare i vari documenti, in maniera così veloce da non lasciare neanche il tempo di godere del momento. Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare la tata che ci ha curato la piccolina fino a quel momento: anche lei molto emozionata”.

Cristina e Barbara (la guida locale ndr) “hanno fatto l’impossibile ma seguire otto coppie con otto cuccioli (e altri tre bambini) che parlano, chiamano, urlano e  giocano non sarebbe stato facile per nessuno ma ci rifaremo senz’altro durante la visita all’Istituto”.

Potz parla di una vera e propria “baraonda…ma come si fa ad ordinare un evento carico di emozioni così?…ci son stati pianti  (e non solo dei bimbi)…reazioni che potevano sembrare fredde e distaccate da parte dei bimbi…e che invece erano l’unica arma a disposizione dei nostri piccoli rispetto allo tzunami emozionale che li ha travolti…..insomma una cosa che forse, da come la vedo io, è stata paragonabile all’attesa in sala parto….e da oggi comincia la nostra nuova vita”.

Anche per Martina, mamma adottiva già di Kapil, il primo saluto con il suo Ying, da lei ribattezzato amorevolemente “Kung fu Panda” è stato caratterizzato dalle lacrime. “L’incontro con il nostro piccolo ‘Kung fu panda’ è stato tosto con pianti e lacrime – racconta – e credo anche qualche insulto ‘da parte di Ying’, ma di questo eravamo consapevoli e preparati perché con Kapil é stato lo stesso, credo anche peggio”.

“Forse è stato meglio così che abbia sfogato subito tutta la sua rabbia e delusione – continua -, in fondo per loro si potrebbe trattare di un secondo abbandono e poi dato in mano a due sconosciuti di carnagione e lineamenti diversi. Adesso solamente dopo una giornata con noi si è già abituato a noi sembra davvero che faccia parte della nostra famiglia da sempre”.

La risorsa “segreta” in grado di portare serenità “è stato il nostro Kapil : sembra che abbia capito subito cosa doveva fare e come si doveva comportare. Adesso Ying gli si è attaccato come una cozza allo scoglio. Altro che un bambino di 8 anni….Siamo felicissimi…”

“Abbiamo portato Ying e Kapil alla casa dei bambini – racconta – ci sembrava giusto portare Kapil a vedere la casa dove aveva abitato Ying fino a quel momento. Le tate hanno festeggiato Ying, se lo sono spupazzato per bene….”.

Tutto il resto è filato via liscio, “soprattutto con i vari documenti che abbiamo dovuto firmare – conclude mamma Martina – Del resto avere due referenti sul posto è stato per noi fondamentale”.

(continua…)