Cina. Quella telefonata che ti cambia la vita: “E’ maschio, ha due anni…ci vediamo il 3 ottobre in sede”

stracquadanio

Vi siete mai chiesti quante telefonate ricevete o fate in un giorno? Chi molte, chi poche, chi brevi, chi lunghe, certe sono noiose.  Altre sono intense. Ce n’è una però che accomuna tutte le coppie adottive: è una telefonata imprevista, una telefonata che arriva quando non te lo aspetti, una telefonata che arriva improvvisa e alla quale non vuoi credere. E’ normalmente una telefonata di poche parole che riempiono il tempo, una telefonata che fa piangere, una telefonata che lascia senza parole sia chi lo fa di mestiere (ma che ogni volta torna alla prima volta), sia chi l’attende da tanto tempo e che, all’improvviso, non sa cosa dire, pone domande “banali” e non sa cosa chiedere.

E’ semplicemente “LA” telefonata, quella che ti può cambiare la vita. “E’ maschio, ha due anni, ci vediamo il 3 ottobre in sede’“, si sono sentiti dire Carola e Gianni Stracquadanio. E da quel momento tutto è cambiato. Il loro bambino Luca Haojing li aspettava a Xi’An, in Cina.

Squilla il telefono e finalmente appare sul display proprio quel numero – raccontano Carola e Gianni –  che volevamo vedere. Eravamo certi, doveva essere proprio quella: la telefonata che aspettavamo da sempre, la fatidica telefonata, quella che ti cambia la vita. L’entusiasmo e la felicità di sapere che a breve una nuova vita sarebbe cominciata hanno subito preso il sopravvento e spazzato via l’angoscia e le paure dei mesi precedenti…della lunga attesa”.

“Poche le parole pronunciate: “è maschio, ha due anni, ci vediamo il 3 ottobre in sede’ – ripetono ricordando parola per parola la telefonata della referente di Ai.Bi. – ‘Ma….non mi dice nient’altro?’ ‘No, no..state tranquilli, sta benissimo!’ ‘Signora ma …non è contenta?’ ‘Si certo!’”

La sorpresa e lo “shock” avevano generato un tono di voce apparentemente freddo “ma nessuno poteva sapere – continuano – quanto il nostro cuore fosse finalmente pieno di gioia! E da quel momento condividemmo con tutti, parenti, amici ed estranei la nostra emozione immensa”. E così nella vita di Carola e Gianni, è arrivato Luca Haojing , 2 anni originario di Xi’An, Cina.

Da lì a qualche mese Carola e Gianni erano già in aereo. Ricordi ancora indelebili nella loro mente e che raccontano con  grande emozione. “Quaranta giorni di attesa – precisano – e preparativi e poi finalmente la partenza! Luca ci aspettava a Xi’an e dal momento dell’incontro sarebbe stato tutto nuovo, una vita nuova, una rinascita per tutti e tre!”

Tutti coloro che si sono trovati a percorrere l’esperienza dell’adozione o tutti coloro che si interrogano se farlo si saranno chiesti se ci sia qualcosa che accomuni le varie esperienze adottive. “Si…e non sono tanto i corsi pre-adottivi e informativi – rispondono certi Carola e Gianni  –  ma l’attesa: quei giorni, che ti sembrano interminabili che ti separano da tuo figlio. O meglio da quando quella voce ‘amica’ ti dice: ‘Hai finito di aspettare. Ora è tutto realtà ‘

“La telefonata” è il momento in cui non si torna più indietro: il momento in cui si diventa genitori adottivi, il momento in cui sapete finalmente che qualcuno vi sta aspettando e che a breve saprà che ci siete. Proprio come è successo alla famiglia Stracquadanio: ora Carola e Gianni si coccolano il loro bellissimo bambino.

“All’inizio eraun bambino spaesato che si abbandonava a quelle uniche braccia che in quel momento riuscivano adargli un po’ di consolazione – ricorda Carola -. Erano le braccia di una mamma che altro non aspettava, donare il proprio abbraccio al bambino che tanto aveva desiderato”.

Luca si è adattato subito al nuovo ambiente e alle nuove abitudini. “Ha imparato in 5 mesi a parlare un fluente italiano – conclude papà Gianni – e ha stupito tutti per il suo linguaggio forbito. La sua curiosità infinita lo ha spinto a provare tutti i cibi nuovi, a conoscere a fondo tutto ciò che lo circonda e ad affermarsi in maniera forte nella nostra famiglia. La sua presenza è vitale e dal primo momento abbiamo provato la sensazione che è come se fosse sempre stato con noi”.