Come aprire le porte della adozione ai bambini abbandonati che non vanno sui giornali ?

figli_abbandonatiTra Pasqua e Pasquetta due neonati sono stati abbandonati. Uno a Giarre nella culla per la vita e uno per strada, in un vicolo di campagna a Cormano in provincia di Milano. Per entrambi l’abbandono si è tradotto in dono e rinascita. Stanno bene e per entrambi si apriranno presto le porte dell’adozione. Una nuova famiglia si prenderà cura di loro trasformando così l’abbandono in un vero e proprio dono: perché la loro mamma biologica, dandoli alla luce, ha permesso loro di avere una vita e quindi una reale chance per essere felici in una famiglia che li accolga.

Insomma, due storie a lieto fine che non possono che rallegrare. Però per due bambini che si salvano, per gli altri 168 milioni (sparsi nel mondo) il futuro non è così certo.

Se, infatti, per Pasquale (il nome dato al bimbo di Giarre) e per Alberto (quello di Cormano)  sono arrivate fin dal primo momento (in cui la notizia del loro ritrovamento è rimbalzata su tutti i media nazionali), domande e richieste di adozione, la stessa cosa non si può dire per tutti gli altri bimbi abbandonati del mondo. Il loro grido non è altrettanto mediatico?

Come varie volte denunciato da Ai.Bi. Amici dei Bambini, si registra una situazione generale di disaffezione e di sfiducia nei confronti della realtà delle adozioni internazionali. Sono pochi i bambini adottati perché sono sempre meno, innanzitutto, le coppie che desiderano adottare. Come rileva il rapporto “Dati statistici relativi all’adozione negli anni 2000-2013”, elaborato dal dipartimento di Giustizia Minorile del ministero della Giustizia, negli ultimi tempi si è assistito anche a un crollo della disponibilità all’adozione da parte delle famiglie italiane. Le domande per l’adozione internazionale sono passate da 5.057 del 2012 a meno di 4.550 del 2013, con un calo del 10%: in un solo anno, quindi, una coppia su 10 non intende più adottare. E il dato delle famiglie disponibili ad accogliere un bambino straniero è in calo costante dal 2005, quando le domande furono 7.882, con una sola leggerissima risalita nel 2010 (con 6.092 contro le 5.961 del 2009).

Di conseguenza si assiste a una crisi dei decreti di idoneità per l’adozione internazionale. Nel 2012 furono 4.342, mentre nel 2013, sempre secondo le proiezioni, non sarebbero arrivate a 3.650, il 16% in meno: più di un decreto di idoneità su 7, quindi, si è perso per strada nel breve volgere di un solo anno. Anche in questo caso, il calo è costante da diversi anni: nel 2006 i decreti furono il doppio di quelli del 2013 (6.441 contro 3.270).

Anche l’adozione nazionale è stata colpita da analogo fenomeno. In questo caso, le dichiarazioni di disponibilità ad accogliere un minore sono scese da 10.244 del 2012 a meno di 9.600 del 2013, ovvero il 6,4% in meno.

È dalla presa d’atto di questi numeri che bisogna riflettere: che differenza c’è tra i due bimbi abbandonati e salvati a Giarre e Cormano e i milioni di altri bambini nel mondo? Non hanno lo stesso diritto di ricevere amore da un papà e una mamma? La loro richiesta d’aiuto è più silenziosa ma non inesistente. Sono là, in qualche istituto o angolo di strada a tendervi la mano.