Come comportarsi al primo incontro con un figlio adottivo se con noi c’è già un altro figlio?

Cara Ai.Bi.,

siamo pronti e, speriamo, prossimi ad abbracciare nostro figlio (o figlia) adottivo. Non vediamo l’ora di allargare la nostra famiglia e riempirla con l’amore di un altro bambino. Un altro, sì, perché siamo già genitori di Sofia, una meravigliosa bambina “fatta in casa” di otto anni. Da un po’ però, tra noi e il nostro progetto si è insinuata qualche preoccupazione: come dobbiamo comportarci al primo incontro con il piccolo o la piccola in arrivo?  Sofia ne risentirà? Che fare?

Ogni vostro consiglio sarà per noi prezioso

Luca ed Emilia

 

Carissimi Luca ed Emilia,

leggere che c’è una famiglia, come la vostra, pronta ad accogliere una nuova vita, non nata da sé, nel proprio nido familiare è per noi sempre fonte di immensa gioia, perché è una riprova di quanto l’adozione è anche e soprattutto un atto di giustizia nei confronti di bambini che non sono figli.

Proprio perché state per diventare quattro, le vostre emozioni del primo incontro saranno condivise anche dai sentimenti di vostra figlia e questo vuol dire che dovrete tenerne conto. La nostra esperienza ci dice, che potrebbe essere proprio lei, infatti, a poter fungere da contatto tra voi tre e il nuovo arrivato; anzi il suo arrivo potrà essere facilitato nell’inserimento famigliare proprio per la presenza di un altro bambino, perché si sentirà fiducioso in presenza di adulti che non conosce e potrà parlare il linguaggio non verbale dei bambini con più facilità: il gioco.
Gelosie e timori possono esserci, certo, e da entrambi i lati!
Vostra figlia riconoscerà che non è più l’unica su cui focalizzare tutte le attenzioni, in relazione anche al fatto che spesso i bambini abbandonati necessitano di una più costante presenza della madre, vista la mancanza di amore che hanno dovuto subire fin dalla nascita.  D’altro canto, vostro figlio adottivo potrebbe temere di essere amato di meno ed essere di nuovo abbandonato.
Sarete voi quindi il ponte che farà da tramite a due realtà: una maggiore presenza del papà potrà essere, per Sofia, utile a spiegare cosa sta succedendo e un modo per non farle mancare alcun tipo di attenzione; d’altro canto, per il piccolo in arrivo, starà a voi fargli recepire che vostra figlia non sarà solo una sorella di cui fidarsi per tutta la vita, ma anche una splendida compagna di giochi e avventure con la quale si dovrà solo condividere ciò che si ha, piuttosto che temere di essere al secondo posto!

Sperando di avervi tranquillizzato, in bocca al lupo per il vostro progetto d’amore.
Irene Bertuzzi