Come funziona una culla per la vita? Ciò che occorre sapere

neonato2In una settimana tre neonati sono stati abbandonati dalle loro mamme preferendolo al parto in anonimato. Tre storie che riflettono l’urgenza di una realizzazione e diffusione sempre più capillare delle culle per la vita, come strumento di lotta e cura all’abbandono. Una piaga, diffusa su tutto il territorio nazionale, contro la quale evidentemente non sono stati sferrati tutti gli strumenti necessari a difesa della vita.

Un quadro che deve fare riflettere sull’esigenza, dunque, di intervenire anche e soprattutto sul piano normativo e legislativo. Il grande gap riguarda le culle per la vita, ancora ad oggi poco diffuse in Italia, poco conosciute e soprattutto poco “garantite”: manca, infatti, una normativa che equipari le culle per la vita al parto in anonimato soprattutto per quanto riguarda la segretezza della donna e la non perseguibilità della stessa come reato di abbandono.

Ma cosa sono le culle per la vita? E quante sono? In Italia manca ad oggi, un elenco ufficiale, una mappatura di facile consultazione e accessibilità. Se ne contano circa una cinquantina più o meno distribuite sul territorio nazionale . A queste va ad aggiungersi quella che Ai.Bi., Amici dei Bambini,  realizzerà all’interno della Family House, la clinica per la cura dell’abbandono, nel milanese.

E non solo, Ai.Bi. presto pubblicherà una mappa dettagliata di tutte le culle termiche presenti sul territorio italiano in modo da agevolare la donna che,  nel momento di mettere in atto la sua scelta, potrà agevolmente consultare l’elenco e scegliere quella più vicina.

Come funziona la culla termica? Premendo un pulsante è possibile far aprire la nicchia, depositare il neonato e allontanarsi senza essere inquadrati dalle telecamere.  Queste, infatti, rilevano solo la presenza del neonato all’interno del vano e, attraverso un sensore, segnalano la presenza del bambino al personale sanitario. Oltre a garantire l’anonimato di chi vi lascia i neonati, la culla per la vita è dotata di una serie di dispositivi – riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo 24 ore su 24 e rete con il servizio di soccorso medico – che permettono il pronto intervento per la salvaguardia del bambino. E’ importante sottolineare come la videosorveglianza è da riservare esclusivamente alla culla: in tal modo non è possibile individuare il/la portatore/trice del bambino.

Adagiare il bambino nella culla non costituisce un reato poiché si applica la stessa normativa dell’abbandono in ospedale: ovvero la culla è costruita per salvare una vita umana. Sarà immediato il soccorso sanitario e il contemporaneo avviso al Tribunale per i minori che provvederà all’adozione del neonato.

C’è chi afferma che la “Culla per la Vita” faciliti l’abbandono/reato e, dunque, costituisce una sorta di istigazione a delinquere. Ma, rileggendo l’art. 591 del Codice penale, dove per abbandono s’intende il fatto di lasciare un minore “in balia di se stesso”, non risulta tale la deposizione di un neonato nella culla perché essa è costruita al fine di accoglierlo e salvarlo da morte certa in altro luogo.

Inoltre con la culla, non avviene né l’occultamento del neonato, né l’alterazione dello stato civile: il neonato non viene prelevato da nessun privato ma consegnato immediatamente al Tribunale per i minorenni.

Infine, secondo l’art. 568 del codice penale, non essendo denunciata la nascita da chi lo abbandona, non può trovarsi ad essere punito colui che, in assoluto anonimato, lo deposita nella Culla quale ultimo atto di umana pietà, per salvarlo.

La culla è insomma un’iniziativa che vuole solo dare una alternativa di…vita a chi, innocente, è incapace di gridare al mondo la sua voglia di vivere.

Alla luce di tutto ciò è dovere di ciascun cittadino, ma soprattutto enti, istituzioni e politica intervenire per proteggere ed assicurare la vita con leggi ad hoc che mirino a normare quello che al momento è solo una prassi ancora troppo poco conosciuta  e a macchia di leopardo.