Come scegliere l’associazione per fare una Adozione a Distanza?

Buongiorno Ai.Bi.,

Dopo tutto questo periodo di grande criticità che stiamo vivendo ho pensato tanto a tutte quelle famiglie e quei bambini in determinati paesi all’estero che hanno vissuto questa emergenza sanitaria con grandi difficoltà. Insomma in questo periodo mi sto avvicinando sempre più all’idea di aiutare un bambino a distanza, vorrei donare un po’ di amore ad un bambino meno fortunato dei nostri figli. Ma a parte il mio gesto di cuore, purtroppo, nella vita io sono molto pignola e attenta su tutto. E sinceramente c’è una domanda che mi assilla prima di intraprendere questo bel percorso di solidarietà: come faccio a scegliere l’ente giusto per attivare un sostegno o una adozione a distanza, siete tantissimi; come faccio a sapere chi sono gli enti seri? Chi verifica che tutti questi enti siano davvero seri e onesti? Chi controlla che tutto il denaro delle donazioni dei sostegni a distanza vada a buon fine?

Grazie

Donata

Cara Donata,

la sua è una domanda molto interessante e per questo La ringraziamo, perché ci sta donando uno spunto per chiarire e spiegare la situazione del Sostegno a Distanza e dell’Adozione a Distanza in Italia. Innanzitutto cominciamo dai numeri: in Italia ci sono circa 1,5 milioni di persone che sostengono a distanza e 500 milioni è la stima di donazioni per i vari progetti SaD. Questo fiume di denaro viene canalizzato attraverso centinaia di associazioni e lascia il nostro Paese alla volta di centinaia di istituti e di progetti sparsi per il mondo in via di sviluppo.

Nel 1999 con l’obiettivo di evitare truffe fu elaborata in Parlamento una proposta di legge per regolamentare la pratica, già abbastanza diffusa, del sostegno a distanza. La legge più che stabilire dei criteri di garanzia, al fine di affrontare seriamente ed efficacemente il problema della trasparenza e correttezza sui fondi raccolti, limitava il numero delle associazioni abilitate ad avere progetti di sostegno a distanza.

Le associazioni SaD, le prime interessate ad evitare situazioni che ponessero in dubbio la fiducia dei sostenitori nei loro confronti, non vennero nemmeno consultate. La legge era stata concepita senza di loro. A quel punto fecero fronte comune convinte che più di una legge occorresse un impegno convinto e costante delle associazioni. Mettersi in rete poteva essere una grossa garanzia.

Per questo sono sorti vari coordinamenti come il Forum Sad, il più grande comitato di Sostegno a Distanza in Italia, di cui Ai.Bi. ne fa parte . Si sono messi a punto vari strumenti di auto-controllo quali la Carta dei Principi per il Sad e la Carta dei Criteri di Qualità.

Vista la complessità del settore e del tema, quali sono le certezze che deve avere un donatore prima di avviare un sostegno a distanza? Proviamo a suggerirle un semplice decalogo, 10 regole d’oro che devono servire a non perdere la fiducia in questa importante forma di solidarietà.

1) Per una onlus seria il sito deve essere un ‘palazzo di vetro’, dove si possono trovare bilanci, statuti, progetti. In secondo luogo è fondamentale l’appartenenza alle reti, come il Forum del Terzo Settore, Il Forum Sad, il Forum delle Associazioni Familiari, la Convol e altre realtà di questo tipo cui noi ci onoriamo di appartenere.

2) Fai una ricerca e confronta i progetti dell’associazione che vuoi sostenere con quelli di altre onlus.

3) Scegli tra le associazioni che ti garantiscano che tu sia l’unico sostenitore del bambino che sostieni perché sarà importante instaurare una relazione con lui durante tutto il periodo dell’Adozione a Distanza.

4) I vip non sono necessariamente una garanzia! Anche se la tua Onlus preferita appare in tv con la faccia di un cantante o di un calciatore famoso, insisti sempre per avere dettagliate informazioni su come sono usati i soldi del progetto (i tuoi soldi!).

5) La pubblicità non basta…anzi dovrebbe essere abolita del tutto. Prima di aderire a un progetto parla con un incaricato della onlus e fatti spiegare quali sono gli obiettivi concreti e come/quando i bambini ne beneficiano.

6) La regola dell’80/20… Una associazione dovrebbe riuscire a destinare al progetto l’80% dei fondi raccolti. Le sue spese (promozione, gestione, amministrazione ecc.) non dovrebbero superare il 20%.

7) Non fidarti troppo di associazioni che utilizzano la pornografia del dolore (bambini sofferenti con le mosche al naso e la pancia gonfia).

8) Fidati di Associazioni che pagano stipendi moderati, consoni a un’organizzazione di questo tipo, che non possono essere equiparati a quelli del settore profit.

9) Chiedi se si può comunicare, sempre supervisionati da un’equipe in loco, con il bambino che sostieni anche tramite skype o se puoi vederlo di persona andando a trovarlo nel suo paese.

10) Fai il punto. Almeno una volta all’anno verifica quali obiettivi sono stati raggiunti.

Insomma cara Donata, un gesto di solidarietà verso chi soffre ci fa sentire bene, nasce dal cuore, ma per fare la differenza bisogna donare bene, affidandosi ad associazioni serie e con le quali si deve instaurare una relazione di fiducia. Ciò vale, in particolar modo per chi desidera sostenere a distanza un bambino, perché chi sceglie questa forma di solidarietà riuscirà a vedere, nel corso degli anni, che attraverso questo splendido legame economico-affettivo ha migliorato in modo tangibile la vita dei bambini coinvolti nel progetto.

Nella speranza che le nostre risposte e suggerimenti possano aiutarla a capire meglio, ci auguriamo di cuore che lei possa far parte, prima o poi, della nostra grande famiglia.

Un caro saluto

Staff Sostegno a Distanza – Ai.Bi. – Amici dei Bambini