Come stanno a Camp Daisy…

“Daisy” – uno dei punti di transito per i migranti della zona ATO. La scorsa estate, i proprietari del campo permisero agli abitanti di Lugansk e Donetsk in fuga dalla guerra di stabilirsi. Qualcuno ha vissuto qui per un giorno, qualcuno una settimana, e qualcuno vive è ancora lì. Ci sono passate quasi 3000 persone 651 dall’inizio del nuovo anno. I Bambini sono sempre 150 dai 3 ai 15 anni.
Irina, una mamma che abbiamo conosciuto a febbraio e ospite del campo, ci fa sapere che la situazione è ancora complessa. Gli aiuti arrivano, grazie ad alcune associazioni di volontariato molto brave e con le quali anche AiBi è entrata in contatto e sta sviluppando il suo intervento.
Arrivano loro ciò che occorre per lavare i bambini, i prodotti chimici di uso domestici, giocattoli, vestiti, mobili e di questo ringraziano sempre, con profonda dignità e riconoscenza. Il cibo a volte manca per la non regolarità degli aiuti, ma per adesso ce la fanno. Con altrettanta dignità mi parla di problemi assolutamente quotidiani e sui quali mi rendo conto non possano essere mai autonomi, non tanto quanto ognuno dei loro abitanti lo era nella propria abitazione. Mi dice che da aprile aumenterà al campo il prezzo dell’elettricità. Una strano meccanismo burocratico, evidentemente fuori dalla logica dell’emergenza, considera il campo un servizio economico, un impresa in sostanza e come tale deve attenersi a tariffe diverse da quelle delle utenze individuali e personali. I proprietari del campo quest’inverno hanno provveduto alla spesa di quasi 2500 € grazie alle donazioni di moltissimi sostenitori. Adesso, mi dice, con l’alleviarsi del rigore invernale, le caldaie saranno meno usate, ma le levatrici, i bollitori, i forni per fare da mangiare serviranno sempre ai 283 ospiti.
A volte dice è paradossale che riceviamo giocattoli, vestiti e pannolini e poi ci rendiamo conto che la sera possiamo rimanere senza luce, un bene che tante volte sembra più importante del cibo.
Ci dà delle buone notizie. Alcuni padri e madri di famiglia hanno trovato un lavoro saltuario e possono contribuire alle spese del campo ( una goccia nel mare…), quando addirittura non hanno potuto lasciarlo e trasferirsi direttamente a Kharkiv, no nella sua periferia. Ci sono quelli che sono andati a ovest e altri ad est in Russia dove hanno i parenti. Alcuni però, i più coraggiosi sono tornati a casa sperando nella tregua, sperando che ci sia la pace prima o poi.

Stefano

 

Ai.Bi. ha lanciato la campagna Emergenza Minori Ucraina per garantire cibo, salute e gioco a 8.000 bambini ucraini. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.