Come una bambina dall’abito sgargiante diventa un simbolo di dignità

bambina siria latteDi tutti i bambini e le bambine siriane che ricevono assistenza umanitaria attraverso i nostri progetti, ce n’è una che mi ha sempre colpito in modo particolare e che ho ribattezzato simpaticamente “La regina di Saba”.

È una neonata che riceve il latte in polvere presso uno dei centri di distribuzione allestiti da Amici dei Bambini a Binnish, e che la madre veste sempre in modo alquanto appariscente, con dei singolari pellicciotti dai colori sgargianti, copricapi originali e fasce per i capelli. A volte la piccola si presenta persino truccata, un velo di ombretto intorno agli occhi.

Inizialmente, quella bambina trasformata in “bambolina” mi ha divertito, ma mi ha lasciato anche un po’ perplesso.

Poi mi sono sforzato di osservare il tutto da una prospettiva diversa. In un contesto come quello siriano, che vede le donne soffrire una condizione di grande vulnerabilità, un gesto di questo tipo assume un’altra valenza rispetto a quella che potremmo darle noi: agghindare le bambine in questa maniera, infatti, per molte madri non rappresenta tanto una forma di esibizionismo gratuito, quanto una sorta di silenziosa “resistenza”, per affermare se stesse e la propria femminilità, oltre che per difendere quella delle proprie figlie.

È un modo simbolico di rispondere all’orrore con la bellezza, alla distruzione con la conservazione, al disordine con l’ordine, alla morte con la vita.

È anche un tentativo – se vogliamo – di compensare lo squallore delle immagini che vengono diffuse sui media, in cui i bambini siriani compaiono spesso sporchi, malvestiti, denutriti, in lacrime. Abbigliandoli con capi vistosi e colorati (non importa quanto pacchiani o inadeguati), le donne di Binnish cercano, in fondo di proteggere i propri figli, sottraendoli al destino da vittime predestinate cui il mondo sembra averli ormai relegati.

I siriani – non dimentichiamolo – sono un popolo dalla grande dignità. Stanno reagendo con coraggio e determinazione a una catastrofe umanitaria di proporzioni colossali, pur nella consapevolezza di essere stati di fatto abbandonati dalla comunità internazionale. A volte, la loro quotidiana battaglia per la sopravvivenza passa anche per gesti o simboli apparentemente insignificanti. Come un pellicciotto per bambine dai colori sgargianti.

 

Luigi Mariani
Country coordinator di Ai.Bi. in Siria

 

Ai.Bi. ha lanciato la prima campagna di Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie siriane a restare nel proprio paese e continuare a crescere i propri figli in condizioni dignitose, nonostante la grave crisi. Cibo, salute, scuola, casa, gioco: queste le cinque aree d’intervento. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.