Con la Brexit, il Regno Unito diventa sempre più un tabù per i minori stranieri abbandonati e non accompagnati. Solo 60 adozioni internazionali all’anno

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La Gran Bretagna è sempre più lontana dal resto del mondo. L’evento storico che ha segnato l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è solo il più macroscopico e mediaticamente rilevante segno di come il popolo britannico si senta distante da quello degli altri Paesi. Tra gli altri sintomi di questa lontananza ci sono anche lo scarso numero di adozioni internazionali realizzate dai sudditi della regina Elisabetta e l’atteggiamento ben poco accogliente del Parlamento di Westminster nei confronti dei piccoli migranti.

Giovedì 23 giugno il 52% dei cittadini britannici ha votato a favore dell’uscita del loro Paese dall’Ue. Una scelta che certamente porterà a delle conseguenze sia politiche che economiche, non solo in Europa, ma anche a livello mondiale.

Ma l’esito del referendum non stupisce più di tanto se letto alla luce di una certa tendenza del popolo britannico alla chiusura. Ne ha dato prova, nel corso della primavera, la decisione del Parlamento di Londra di chiudere le porte a 3mila piccoli migranti accampati sulle coste francesi a Calais. Un dibattito tra Camera dei Lord e Camera dei Comuni che non ha permesso a migliaia di bambini di trovare accoglienza in Gran Bretagna. Erano per la maggior parte siriani, provenivano da una guerra che insanguina il loro Paese da oltre 5 anni tra violenze e atrocità di ogni tipo, sono giunti a Calais da soli, senza adulti di riferimento: e nonostante questo, la Gran Bretagna non li ha voluti accogliere.

Anche dal punto di vista dell’adozione internazionale, il Regno Unito storicamente non si dimostra aperto all’accoglienza. I numeri dei bambini orfani o abbandonati provenienti da altri Paesi e adottati da famiglie britanniche sono molto ridotti, rispetto alle possibilità economiche del Regno Unito: in media 60 all’anno. Cifre molto lontane da quelle dei Paesi tradizionalmente più accoglienti: non solo gli Stati Uniti, ma anche l’Italia, la Francia e la Spagna si sono sempre dimostrati molto più accoglienti dei britannici.

In riferimento al periodo aprile 2013 – marzo 2014, dati ufficiali dell’AC – Department for Education parlano di 100 minori entrati in UK con l’adozione internazionale.  Stime più recenti fanno riferimento ad un calo di circa il 40%, arrivando così a circa 60 adozioni internazionali nel 2015.

La Brexit – come è stata universalmente definita l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue – rappresenta di certo un’ulteriore prova di chiusura. Le conseguenze, probabilmente, non mancheranno anche sui fronti dell’adozione o dell’ospitalità piccoli migranti. Il Regno Unito sarà sempre più tabù per i bambini alla ricerca di accoglienza.