Congo: quasi 300 i beneficiari di “Bambini al centro”

(Kinshasa) Sono 247 i bambini congolesi sostenuti da AiBi con il progetto di sostegno a distanza “Bambini al centro”.

Con “Bambini al centro” Ai.Bi. tenta di dare una risposta concreta ai problemi che affliggono l’infanzia nel Paese. Nell’area di Kinshasa l’associazione collabora con tre centri di accoglienza (Colk, Moje e Mheed) che ospitano 274 minori, con un’età compresa tra 0 e 15 anni. Si tratta di minori rifiutati dalla loro famiglia perché accusati di stregoneria, bambini soldato, bambini separati dalla loro famiglia a causa della guerra, orfani o abbandonati. L’associazione, inoltre, sta realizzando un monitoraggio sulla condizione familiare dei bambini nei Centri per verificare lo stato giuridico.

Sarebbero almeno 28.000 i bambini in stato di difficoltà, tra questi molti sono lontani dalla propria famiglia. Ben 14.000 sono i minori che vivono per le strade della città: minori abbandonati, orfani di uno o entrambi i genitori, bambini rifiutati dalla famiglia perché accusati di stregoneria, o anche minori rimasti soli a causa della guerra (Rapporto generale Reejer – Unicef, novembre 2007). Ogni giorno passato sulla strada, rende sempre più difficile il recupero di questi bambini e il reinserimento in un nucleo familiare.

La condizione di instabilità politica e la prolungata situazione di conflitto sta indebolendo le famiglie congolesi e la loro capacità di prendersi cura dei figli. Con decine di migliaia di persone in movimento, in un clima di terrore e caos, molti bambini vengono separati dalle loro famiglie, altri vengono abbandonati nei centri o per le strade della regione. I bambini diventano così facili prede dei gruppi armati e vengono arruolati come bambini soldato. Il Dipartimento di Stato Americano riporta che sono tra i 15.000 ed i 30.000 i minori che risultano arruolati forzatamente nei vari eserciti irregolari, in qualità di combattenti, portatori, schiavi del sesso o “mogli” dei militari.

Un altro grave problema riguarda gli “shégués”, i bambini stregone, allontanati dalle famiglie in quanto accusati di “ospitare spiriti maligni e causare disgrazie”. Rappresentano il 60% dei minori abbandonati e il loro dramma non trova risposta perché nessuno vuole occuparsene. Le credenze popolari, difficili da sradicare sono la principale causa della crescita del fenomeno.

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