Congo: “Se ci rubano i pesci, cosa diamo da mangiare ai nostri bambini?”

OLYMPUS DIGITAL CAMERACon Filomena, la volontaria espatriata di Ai.Bi. giunta da pochi giorni nel paese africano, entriamo in uno degli istituti dove adottano le nostre coppie e vediamo come si svolge una giornata e quali sono i problemi che gli abitanti del centro, sostenuto dal Sostegno Senza Distanza, si trovano ad affrontare giorno dopo giorno.

La nostra volontaria ci porta lontano: non solo in senso letterale – dal momento che le vicende che stiamo per raccontare si svolgono in Congo – ma anche e soprattutto lontano dai nostri ritmi, dalle nostre abitudini e dalle nostre priorità. Il Congo è un Paese in cui la vita è spesso difficile ed episodi che a noi sembrano trascurabili, assumono ben altro significato.

Filomena ci ha raccontato la sua visita al Centro AESD, che ha raggiunto insieme ad Andrea, volontario espatriato per i progetti e il sostegno senza distanza, e l’assistente Christine.

Ad accompagnarli è Nicolas, agronomo dell’associazione CENS e consulente del progetto.

Il centro AESD ha 4 strutture, ognuna delle quali ospita una coppia, una famiglia con figli naturali (che solitamente sono 4 o 6) che offre ospitalità ad altri bambini meno fortunati (generalmente 8, ma si arriva a gruppi di 12).

I ragazzi sono tutti a scuola durante la visita del Centro, si intravedono solo le maman preparare il pranzo. Il primo ad arrivare incontro a Filomena è Matteus, il vice del direttore Valentin, che conduce il gruppo a vedere prima le casette, poi le stanze e infine gli orti. Anche un occhio poco esperto s’accorge immediatamente di quanto la terra sia difficile da coltivare: eppure, nonostante la natura qui non sia stata generosa, queste persone non si lasciano abbattere e impiegano ogni energia nel lavoro della terra. Grazie a una notevole dose di buona volontà, le piantagioni sembrano dare i loro frutti, gli orti sono ben organizzati: un giovane incaricato di annaffiare e concimare il terreno non nasconde il proprio entusiasmo e l’orgoglio per i risultati soddisfacenti, ottenuti con fatica e sudore.

Più in là c’è la porcilaia: si capisce all’istante che questi animali avrebbero bisogno di più spazio e in realtà ci sarebbe, accanto alle celle già congestionate. Ma anche quello spazio risulta essere occupato: da altri maiali! A occuparsi di questi ultimi sarebbero chiamati alcuni etiopi che avrebbero intenzione di produrre biogas, con gli escrementi degli animali. Come spesso accade un po’ ovunque nel mondo, anche qui la parola data spesso non viene mantenuta e resta il problema dello spazio.

Non lontano dalla porcilaia, si trovano stagni in cui si pratica l’itticoltura: l’impegno di tutti è volto alla creazione del migliore habitat naturale per l’allevamento di pesci. Ma alcune abitudini radicate rischiano di compromettere il buon risultato finale: non lontano, un ragazzo fa il bagno in una pozza attigua agli stagni adibiti per l’itticoltura. Il continuo passaggio di bambini e ragazzi diretti alle pozze per fare il bagno potrebbe provocare smottamenti e un cedimento delle dighe: tra i progetti più urgenti, c’è proprio quello di rinvigorire gli argini. Ma non è tutto: il patrimonio ittico andrà difeso dai ladri, che secondo Nicolas non mancano. “Questo rappresenta un problema tutt’altro che irrisorio: se ci rubano i pesci, cosa diamo da mangiare ai nostri ragazzi?” si domanda il direttore del Centro.

Terminato il sopralluogo, ad attendere Filomena e i suoi colleghi ci sono sedie appositamente disposte sotto il grande albero che sembra proteggere gli ospiti del Centro dai caldissimi raggi del sole.

Qui si parla dei problemi del presente ma anche, e soprattutto delle soluzioni e dei progetti per il futuro, a cominciare dall’incarico a un supervisore per la porcilaia e gli stagni. Con l’impegno di tutti, Filomena ne è certa, questo Centro non potrà che rappresentare un’oasi felice per tanti bambini.

Abbattere la distanza tra sé e un bambino del Centro è più semplice di quanto si pensi, grazie al sostegno senza distanza: per maggiori informazioni, basta un clic su www.sostegnosenzadistanza.it