Convegno Ai.Bi.: “Io sono stata adottata, mio fratello invece è in prigione…”

Ashley Rhodes-Courter è una giovane donna di 25 anni, già autrice di un best seller, che ha tutta l’aria di essere una donna forte, con un carattere determinato ma che invece nasconde una storia di vita che ha dell’inverosimile.

Ashley ha trascorso quasi dieci anni nel sistema di affido della Florida, durante i quali ha avuto 14 differenti collocazioni, alcune delle quali veramente oltraggiose.

All’età di 12 anni è stata adottata e da allora ha deciso di dedicare la sua vita per migliorare il sistema di protezione dell’infanzia nel suo Paese, anche in nome dell’amore che la lega a suo fratello che, non avendo avuto la fortuna di trovare una famiglia accogliente, ora è in carcere.

Ashley oggi è anche una mamma affidataria e, tale esperienza, le ha fornito un ulteriore punto di vista sulle necessità dei bambini che vivono fuori famiglia.

“Mi piacerebbe, attraverso la mia storia, ispirare altri ragazzi e ragazze e incoraggiare le famiglie e i responsabili politici ad aiutare i tanti bambini abbandonati; proprio perché conosco sulla mia pelle cosa significa sentirsi persi all’interno del sistema affido e ho provato poi la gioia dell’accoglienza, voglio far qualcosa per gli altri che non hanno avuto la mia stessa fortuna, come mio fratello che ora è in carcere”. Queste le struggenti parole di Ashley, presente alla prima giornata del Convegno Internazionale di Ai.Bi. “2036: C’era una volta l’abbandono…”

Continua Ashley: “ Le future generazioni sono il motore della società ed è per questo che noi abbiamo il dovere di aiutare i giovani a realizzarsi pienamente e di non lasciarli soli. Bisogna dar loro strumenti chiari e opportunità concrete, necessarie per assicurare loro un percorso individuale di successo poiché senza tali mezzi si soffre spesso di esclusione sociale. In America i bambini abbandonati, se non adottati, si trovano, una volta maggiorenni, ad uscire dal sistema senza alcuna prospettiva futura. Più della metà diventa un “senzatetto”, un disoccupato, un delinquente oppure le ragazze rimangono incinta molto presto”.

“Nonostante gli innumerevoli sforzi già fatti, ne servono molti di più, conclude Ashley; c’è bisogno di creazione di gruppi di supporto e mutuo-aiuto, di figure professionali adeguate; occorre sviluppare un legame forte tra questi ragazzi e una famiglia del territorio o con la comunità stessa, in modo che questi giovani abbiano un aiuto a trovare un alloggio o un lavoro stabile. La stabilità deve essere una priorità per i bambini poiché nessun bambino può affrontare da solo il mondo”.