Convenzione dell’Aja sui diritti dei minori abbandonati: anche il piccolo Montenegro ratifica. L’Italia ancora assente

Fa specie vedere il Governo Monti che si sforza instancabilmente per tentare di portare il Paese fra i grandi d’Europa: l’Italia rischia che la Commissione europea attivi la procedura contro la violazione dei trattati, prevista dall’art. 258 del trattato sul funzionamento dell’UE, perché, ignorando la decisione del Consiglio dell’Unione Europea 2008/431/CE, non ha ancora ratificato la Convenzione dell’Aja del 1996.  Il nostro Paese è rimasto ultimo fra i Paesi europei ed è ora sorpassato perfino da Paesi più piccoli e non europei.

Il 14 febbraio 2012 è stato infatti depositato lo strumento di ratifica della Convenzione dell’Aja del 1996 anche da parte dello Stato del Montenegro. Il numero di Stati aderenti alla Convenzione sale così a 35.

Il documento renderà il Montenegro a tutti gli effetti membro della Convenzione a partire dal 1° gennaio 2013. L’ultima ratifica depositata è della Grecia ed è molto recente: risale allo scorso 7 febbraio.

È notevole l’impegno dell’area mediterranea per l’adesione alla Convenzione dell’Aja del 19 ottobre 1996, sulla giurisdizione, la legge applicabile, il riconoscimento, il rafforzamento e la cooperazione nel rispetto della responsabilità parentale e delle misure di protezione dell’infanzia. Il valore della Convenzione risiede nell’offrire una chance in più ai figli della guerra, ovvero i bambini abbandonati o orfani dei Paesi in situazione di conflitto, e ai minori delle comunità colpite da calamità naturali. Soprattutto, la ratifica della Convenzione dell’Aja è una misura che permette il riconoscimento della kafala, il provvedimento giuridico che nei Paesi mediterranei del Marocco, dell’Egitto, dell’Algeria e della Tunisia sottrae tanti bambini alla vita di strada, all’incontro con la discriminazione e ad anni di Istituto.

Sono infatti decine i casi di coppie di origine mista, o provenienti dall’Africa mediterranea e residenti in Italia, che hanno adottato un minore tramite la kafala e che non possono portarlo a casa (come accaduto a una coppia marocchina e nell’appello di una madre disperata).

A fronte dell’impegno di Grecia e Montenegro, si auspica che anche l’Italia entri a far parte dello sforzo comune ai Paesi del Mediterraneo e riprenda i lavori parlamentari di ratifica della Convenzione (sono numerose e bipartisan le interrogazioni rivolte agli ultimi due governi, negli scorsi anni). Il termine fissato dalla UE per la ratifica è ormai scaduto, essendo stato fissato al 5 maggio 2010 per decisione europea del 2008 (la n. 431/CE).

La notizia offre occasione per un appello: il Governo Monti si mobiliti per dare ascolto alla voce di migliaia di minori. Subito la ratifica della Convenzione dell’Aja.

(Da HCCH.NET, sito ufficiale della Conferenza dell’Aja, 23 febbraio)