“Coppie di fatto raddoppiate”: gli italiani in fuga dalle nozze

crisi matrimoniMeno matrimoni in generale e soprattutto quelli celebrati in chiesa. Ci si sposa sempre più tardi e ci si separa prima rispetto al passato, ma anche dopo tanti anni di vita insieme. E intanto aumentano le convivenze, passate da 500mila a un milione. Se ne parla in questo articolo, che riportiamo integralmente, pubblicato venerdì 13 novembre dal quotidiano “La Repubblica” riprendendo i dati pubblicati dall’Istat.

 

 

E’ una crisi irreversibile. O forse una mutazione naturale di tempi, usi e costumi. Ma il dato è che in Italia ci si sposa sempre meno, sempre più tardi e sempre più spesso davanti al sindaco piuttosto che in chiesa. Oppure non ci si sposa affatto, perché sono ogni anno di più le coppie di ogni età che scelgono la convivenza. Un addio alle nozze e ai fiori d’arancio, (e soprattutto al contratto codificato del proprio amore) che riguarda in gran parte giovani, italiani, ma il calo dei matrimoni tocca anche gli stranieri e alle coppie miste. E’ la fotografia dell’Istat sui matrimoni, separazioni e divorzi che racchiude gli anni che vanno dal 2012 al 2014, e confermano una tendenza ormai consolidata, al pari, purtroppo, di quella che riguarda il calo demografico. Nel 2014 ci sono stati circa 143mila matrimoni, 40mila in meno in 5 anni. Ciò avviene, secondo l’Istat, anche perché i giovani sono sempre meno numerosi, il saldo delle culle vuote, che affligge l’Italia dagli anni Settanta. Nel complesso, dal 2008 al 2014, i matrimoni sono diminuiti di circa 57.000 unità. A fronte di questo disincanto verso le nozze, aumentano, ed è un vero e proprio boom, le unioni di fatto. Le convivenze “more uxorio” sono più che raddoppiate dal 2008, superando il milione nel 2013-2014. E oggi, oltre un nato su quattro nel 2014, ha genitori non coniugati.

Al primo sì, comunque, si arriva più maturi. Gli sposi al primo matrimonio hanno in media 34 anni e le spose 31 (entrambi un anno in più rispetto al 2008). A spostare in avanti la data delle nozze è soprattutto la permanenza dei giovani in famiglia: il 78,6% dei maschi 18-30enni e il 68,4% delle loro coetanee. Il 43% dei matrimoni è celebrato in Comune. Al Nord (55%) e al Centro (51%) i matrimoni civili superano quelli religiosi. Segno di una sempre maggiore secolarizzazione anche nel campo degli affetti. In leggera flessione i matrimoni misti: le unioni in cui almeno uno dei due sposi è straniero sono circa 24mila, in calo di 1.850 unità sul 2013. Ma dopo 16 anni arriva la crisi: nel 2014 le separazioni sono state 89.303 e i divorzi 52.335, le prime in leggero aumento e i secondi in lieve calo rispetto all’anno precedente. Ci si separa dopo 16 anni di matrimonio, ma l’instabilità coniugale cambia. I matrimoni più recenti infatti durano sempre meno. Le unioni interrotte dopo 10 anni sonoquasi raddoppiate, passando dal 4,5% dei matrimoni celebrati nel 1985 all’11% per le nozze del 2005. Aumentano i divorzi tardivi, coppie che si lasciano dopo una vita insieme. Segno di una terza età più longeva che non si rassegna ad una convivenza spenta.