Coronavirus. I ragazzi della Casa di Pinocchio: un mese di riflessioni e silenzi

Anche per loro l’#Accoglienzanonsiferma. Ma il tuo aiuto è fondamentale per aiutarci ad aiutarli

I ragazzi di “Casa di Pinocchio” hanno tempo per riflettere e per confrontarsi. In un periodo storico in cui un valore fondamentale, quello della libertà di circolare, è stato inesorabilmente soffocato, è importante riflettere sull’ascolto del silenzio. Qualunque mezzo di comunicazione spinge verso l’incomprensione, quando invece “tutti insieme potremmo rappresentare una grande risorsa per l’intera comunità”.
Provano ancora a guardare qualche programma televisivo ma è lampante il fatto che, ormai, “non si dialoga più civilmente”. Forse, è meglio informarsi attraverso la stampa? Illusione subito annientata dalle varie testate giornalistiche che strillano tutte, l’una il contrario dell’altra. Resta sempre il web. Chi non ha, almeno, un cellulare o un computer? Grazie a loro si entra nella giungla dei clic, social network e chat: si scambiano instancabilmente sui social giudizi, spesso, poco aristocratici, magari espressi da soggetti che agiscono ipocritamente sotto mentite spoglie, grazie al legale “nickname”. Ma è proprio in questo periodo che “si può rinascere dai social network perché ora è proprio grazie a loro che ci possiamo sentire tutti più vicini”.

Coronavirus: anche per i ragazzi della “Casa di Pinocchio” è tempo di riflessioni

E’ trascorso già un mese da quando tutti gli italiani sono stati costretti a restare a casa. Cosa ne pensa Omar, ospite della “Casa di Pinocchio”? “Non ho mai sentito così tante notizie di gente morta. Penso che ognuno debba stare vicino ai propri cari come riesce, stando in casa con loro se sono vicini o tramite i social network se sono lontani. Non ho mai vissuto una situazione del genere e nemmeno me l’ero mai immaginata, mi sembra che ci sia una guerra in corso nel mondo”.
E Joel, cosa dice? “Questo virus ha bloccato tutto, ha bloccato l’intera vita di tutta la popolazione mondiale. Ognuno di noi ha dovuto modificare le proprie abitudini e costruirsene delle nuove. Mi viene da pensare che questo ‘periodo’ non passerà tanto facilmente e che sarà un periodo lungo per tutti noi. Non è sempre facile avere un pensiero positivo perché le notizie dicono altro, ogni giorno sempre peggio”.
Inizialmente questa situazione non mi ha preoccupato molto perché sembrava che fosse un problema lontano e che non potesse succederci nulla” interviene Mario, “Poi, mi sono ritrovato chiuso in casa. Senza poter più neanche fare un giro in paese e andare a lavorare. Non si fa altro che leggere e sentire notizie di persone che tutti i giorni muoiono e di  nuovi contagi. Mi dispiace moltissimo per tutte le persone che stanno morendo e per i parenti che perdono i loro cari senza avere la possibilità di salutarli. Ho iniziato a preoccuparmi non tanto per me ma per la mia famiglia. Anche loro adesso, in Albania, vivono la nostra situazione e siamo lontani. Per fortuna esistono i social network, per vederci sentirci sempre. Sembra non finirà mai”.

Coronavirus: come aiutare la “Casa di Pinocchio”

Già, sembra non finirà mai. Eppure l’accoglienza, quel valore che permette che questi ragazzi siano seguiti e sostenuti ogni giorno, nonostante il virus, quella non può fermarsi. Anzi, l’#Accoglienzanonsiferma. Ma questo dipende anche da te. Con il tuo contributo puoi sostenere le attività di Amici dei Bambini in questo periodo difficile.