Coronavirus in Siria. Sempre più donne costrette a interrompere la gravidanza per le apprensioni da pandemia

Nei campi di sfollati con le misure di contenimento rischia di aumentare la violenza. Ma l’#Accoglienzanonsiferma

Non solo la guerra, che dura ormai da nove anni. In Siria, a causa delle misure di contenimento per prevenire la propagazione della pandemia da Coronavirus, quali la chiusura di scuole per esempio, sono state rilevate, da numerose organizzazioni umanitarie maggiori preoccupazioni in termini di protezione delle categorie vulnerabili. Come riportato dai partner del gruppo di lavoro sulla violenza di genere (GBV), si è osservato un forte incremento degli episodi di violenza familiare e domestica, abusi emotivi e una crescente privazione di risorse e servizi, nonché una tendenza emergente e preoccupante di donne costrette dai loro mariti ad interrompere le gravidanze a causa di apprensioni sull’avere figli durante la pandemia.

Coronavirus in Siria: i tanti problemi della pandemia in un Paese martoriato

L’impatto è aggravato dal fatto che la capacità delle vittime di violenza di genere di accedere al supporto e di implementare piani di sicurezza individuali è ostacolata dalle restrizioni ai movimenti e dalla quarantena domestica imposta, nonché dal ridimensionamento dei servizi nelle scuole, nei centri comunitari e negli spazi sicuri per le donne e le ragazze a causa del Coronavirus. Secondo i rapporti di numerose ONG, la chiusura delle scuole e degli spazi a misura di bambino contribuisce ad aumentare l’esposizione alla violenza domestica, incidendo negativamente sul benessere fisico e psicologico dei bambini, mentre altri gruppi vulnerabili come gli anziani e le persone con disabilità stanno affrontando un aumento rischio di violazione dei diritti dovuti al Coronavirus.

Anche in questo momento doppiamente delicato e difficile, Ai.Bi. – Amici dei Bambini è presente in Siria con il parner locale Kids Paradise, a fianco delle famiglie vulnerabili del nord-ovest siriano. Diverse le azioni intraprese come, recentemente, la distribuzione di kit igienici alle famiglie sfollate e azioni di sensibilizzazione. Ma, in questo momento così difficile, non ci si può fermare. Anche in Siria, con Ai.Bi., l’#Accoglienzanonsiferma.

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