Cosenza. Neonata abbandonata da otto mesi in neonatologia, in tanti vorrebbero adottarla.

Da quando è nata, otto mesi fa, vive nel reparto di neonatologia dell’ospedale di Cosenza. Non conosce altro che i muri dell’ospedale, il lettino della neonatologia e il calore dei medici e infermieri del reparto. Che per quanto possano farla sentire al sicuro, non sono quelli di una mamma e di un papà solo suoi.

Per questo sono in tanti a manifestare sollecitudine e solidarietà nei confronti della piccola per la quale si cerca una famiglia che l’accolga con l’adozione o con l’affido.

Perché, come racconta il sito di cosenzainforma si fanno largo i timori che riguardano soprattutto la crescita psico-fisica della bambina in un ambiente non famigliare, ma istituzionalizzato e l’influenza che possano avere questi mesi in ambiente ospedaliero sulla crescita psico-fisica del bambino.

E’ ormai chiaro – dice Giovanna Tripicchio, psicologa dell’Età evolutiva, esperta in Psicologia del comportamento alimentare e Benessere psicofisico che, citando la teoria dell’attaccamento di Bowlby, considera la fondamentale importanza per ogni essere umano di avere persone di riferimento stabili e sicureche la persona fidata fornisce sicurezza. La capacità di sviluppare relazioni umane d’attaccamento è soprattutto importante durante la crescita/sviluppo del bambino e non solo”.

Il bambino sin dalla nascita è capace di instaurare relazioni e svolge un ruolo attivo nel delimitare il suo rapporto con il caregiver (adulto di riferimento) – continua –. Quando l’adulto di riferimento non è presente, è incostante, poco disponibile o non lo è affatto, i comportamenti del bambino falliscono continuamente ed è conseguentemente indotto a sviluppare ‘’piani difensivi’’ non sempre funzionali”.

La bambina non è stata riconosciuta dalla madre alla quale l’ospedale ha garantito l’anonimato sulla base del DPR 396/2000, art. 30, comma 2, che non parla di abbandono, ma proprio di non riconoscimento da parte della madre del nascituro, prevedendone l’adozione fin da subito.

Un’importante distinzione, quella tra abbandono e non riconoscimento, perché tale normativa favorisce la vita contro l’aborto e forme selvagge di abbandoni che possono mettere a rischio la vita del nascituro.

Sul caso interviene anche il Garante per l’Infanzia della Calabria, Antonio Marziale che precisa “La piccolina  è amorevolmente assistita dalle attenzioni del personale medico, infermieristico, ma soprattutto dalla tutrice, nominata tempestivamente dal presidente del Tribunale dei Minorenni di Catanzaro, Luciano Trovato. La piccola è affetta da un quadro clinico, seppure non grave, che abbisogna di approfondimenti addirittura in centri specialistici che sono stati interpellati e che stamane solleciterò affinché la prendano in carico”.

Sottolineo con forza, che prima di darla in affido o in adozione è necessario che la bambina sia sottoposta ad ulteriori esami specifici ospedalieri richiesti dalla sue condizioni generali di salute”.

Fonte:  http://www.cosenzainforma.ithttp://www.francescalagatta.it