Costa d’Avorio: appello Unicef per i bambini

L’Unicef continua a essere “seriamente preoccupato per le violenze in corso in Costa d’Avorio e il loro impatto sui bambini”. È quanto dichiara il direttore generale dell’Unicef Anthony Lake: “Siamo particolarmente turbati dalle notizie che parlano di bambini tra le vittime delle stragi. I bambini continuano ad essere reclutati dalle forze armate da tutte le parti in conflitto, una grave violazione dei loro diritti che mette a repentaglio non solo il loro futuro, ma anche le possibilita’ per raggiungere una pace sostenibile in Costa d’Avorio”.

L’Unicef “sta lavorando per aiutare chi ha bisogno di aiuti umanitari, ma i nostri programmi sono stati seriamente compromessi dai combattimenti. Nella parte occidentale del paese, l’Unicef e’ stato in grado di sostenere la popolazione sfollata con aiuti di prima necessita’, ma dobbiamo raggiungere le altre persone a rischio, soprattutto ad Abidjan, dove si stima che un milione di sfollati abbiano urgente bisogno di aiuto. Abbiamo paura che possano scoppiare focolai di malattie, se noi e altre agenzie non riuscissimo a raggiungere le migliaia di famiglie sfollate internamente. Anche l’Unicef rivolge un invito a tutte le parti in conflitto perche’ cessino le violenze contro i civili e sia consentito agli operatori umanitari di raggiungere i piu’ bisognosi”.

“Nel nord del paese– continua il comunicato dell’Unicef- per 1,5 milioni di persone sono a rischio o mancano gia’ i servizi di base, l’acqua, l’energia. Oltre 800.000 bambini non vanno a scuola da mesi. Le distruzioni di alimenti e i mancati raccolti peggiorano una situazione alimentare gia’ difficile per i bambini delle famiglie piu’ povere, con un aumento costante dei casi di malnutrizione.

Sono state gia’ avviate dall’Unicef varie iniziative, “ad esempio vaccinando 1,7 milioni di bambini e 600.000 donne in gravidanza o allattamento, predisponendo forniture idriche per 10.000 sfollati e distribuzione di materiali per l’igiene e la potabilizzazione dell’acqua per 100.000 famiglie di Abidjan, avviando programmi di recupero scolastico per 45.000 bambini sfollati e fornendo materiale scolastico a 20.000 bambini, oltre a lavorare per far riaprire le scuole in varie aree del paese”.

L’Unicef, infine, “ha lanciato un appello per 32 milioni di dollari, finora ne ha raccolti solo 5,3. Serve urgentemente– conclude la nota- trovare i fondi per rispondere alle esigenze piu’ pressanti: scuola, acqua e igiene, salute, nutrizione, protezione dei bambini dai rischi e dalle conseguenze del conflitto”. (Fonte: DIRE 4/4/2011)