Costi dell’adozioni internazionale. Romani (Idv): “Non è più rinviabile un intervento del governo per garantire la trasparenza”

romani idvLa trasparenza delle adozioni internazionali non può più prescindere da un intervento del governo. È direttamente all’esecutivo che si rivolge il senatore dell’Italia dei Valori, Maurizio Romani, chiedendogli di “entrare in gioco per garantire la massima trasparenza dei costi di tutti i servizi offerti dagli enti”. Lo fa in un ordine del giorno approvato dalla commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Romani evidenzia come “sia difficile arrivare a una stima fedele dei costi di un’adozione internazionale”. “Sul sito della CAI (Commissione Adozioni Internazionali) – ricorda il senatore Idv – i dati si fermano al 2013. E non solo: quelli presenti non sempre rispondono alle spese reali che le coppie poi si trovano ad affrontare”.

Pur esprimendo soddisfazione per l’annunciato rifinanziamento del Fondo per le adozioni internazionali previsto dalla legge di Stabilità per il 2016, il vicepresidente della commissione Sanità del Senato richiama alla necessità “che tutte le energie e le risorse a disposizione vengano impiegate per garantire la massima trasparenza di iter e costi delle pratiche adottive”. Aspetti sui quali, secondo Romani, “un impegno concreto del governo non è più rinviabile”.

Nel suo ordine del giorno, l’esponente dell’Italia dei Valori fa riferimento in particolare alla pratica dei colloqui preliminari, propedeutici alla scelta dell’ente autorizzato dalla Cai per seguire le pratiche di adozione. Colloqui che, denuncia Romani, sono spesso a pagamento anche se ciò non sarebbe consentito dalla legge. “E’ vero che per i genitori adottivi si tratta di un obbligo introdotto con la legge di ratifica della Convenzione dell’Aja sulla tutela dei minori – spiega il senatore Idv -, ma è scandaloso, oltre che illegale, che tali incontri implichino un esborso di denaro da parte delle famiglie”.

Nello specifico, quindi, l’odg impegna il governo su 3 fronti. Innanzitutto quello di attivarsi affinché la CAI “preveda misure di controllo stringenti” per verificare che gli enti “si attengano ai tetti massimi di spesa praticabili per le procedure di adozione”. In secondo luogo l’esecutivo dovrebbe garantire non vengano chiesti compensi per lo svolgimento dei colloqui preliminari. Infine l’esecutivo è chiamato ad assicurare la piena trasparenza dei costi di tutti i servizi offerti dagli enti, “valutando l’opportunità di prevedere anche per questi servizi apposite tabelle che stabiliscano tetti massimi di spesa al fine di garantirne l’omogeneità dell’offerta”.

 

Fonte: Senzabarcode