Crema: bimbo tolto ai genitori perché nato grazie a un utero in affitto

un-bambino-col-papà_okNel 2011 sono state ben 4 mila le coppie italiane andate all’estero per ricorrere a procedure di fecondazione eterologa o di maternità assistita. Ricordiamo che far nascere un bambino attraverso la pratica dell’”utero in affittoè proibito dalla legge italiana e che quindi, chi vi rincorre, rischia pesanti denunce e lunghe trafile giudiziarie spesso dagli esiti drammatici.

È il caso di una coppia di Crema volata in Ucraina per riuscire ad avere un bambino pagando 30 mila euro. A Kiev il seme dell’uomo è stato utilizzato per fecondare l’ovulo di una donna donatrice, che per 9 mesi ha portato in grembo il maschietto della coppia. Una volta nato e averne denunciato alle autorità ucraine la nascita, i due cremaschi, rientrati in Italia, si sono recati all’ufficio dell’anagrafe per fare la stessa cosa nel nostro paese. Peccato che l’addetto del comune, insospettito dal comportamento dei genitori e dal fatto di non aver mai visto la presunta mamma in stato di gravidanza, li abbia segnalati alla procura di Cremona. Il test del DNA ha fatto poi il resto: non solo la madre è stata smascherata, anche la paternità sembra non essere stata confermata.

Una situazione davvero riprovevole, tanto più che i due oltre ad essere finiti sotto processo, si sono visti addirittura portare via il bambino dalle autorità. Il piccolo che aveva trascorso più di un anno e mezzo con loro, è ora affidato ad una struttura protetta e non può avvicinare i “finti” genitori. Un’altra vita rovinata.

Ci chiediamo da dove nasca questo desiderio sfrenato di avere a tutti costi un bimbo proprio, nato “naturalmente”. Un sentimento egoistico che porta due persone a rischiare tanto fino ad infrangere la legge. Sarebbe stato meglio riflettere sulle possibili conseguenze e magari ricorrere ad un’adozione, per compensare il proprio desiderio di dare e compiere un atto d’amore.

Fonte: Corriere della Sera del 14 novembre 2013