Crollano le richieste. Adottare? È difficile e costa troppo

Gli italiani non vogliono più adottare: tra il 2006 e il 2010 le richieste sono crollate del 35 percento (adozioni nazionali) e del 32 percento (adozioni internazionali). E se ancora quest’anno il numero dei bambini adottati non calerà, grazie a un “esubero” di circa 3.600 coppie che hanno ottenuto l’ idoneità negli anni scorsi, la linea di tendenza è chiara. L’Italia, da sempre il Paese europeo con il maggior numero di adozioni, si è presa una pausa di riflessione. Secondo Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, non è tutta colpa della crisi. «Certo, il 40 percento delle coppie intervistate nei nostri sondaggi indica i costi come l’ostacolo principale», dice Griffini. «Ma un altro 38 percento parla di un iter burocratico lungo e scoraggiante. Aggiungo il persistere nella nostra società di una cultura negativa sull’adozione, secondo la quale la coppia che adotta non è ancora considerata una risorsa».
Quanti italiani adottano?
Nel 2012 le adozioni si manterranno nella media degli ultimi anni (intorno a 4mila). Ma in futuro sarà difficile restare su questi livelli.
Se non si tratta solo di soldi, qual è il resto del problema?
L’obbligo, tuttora esistente in Italia, che gli aspiranti genitori siano in possesso di un decreto di idoneità firmato da un giudice, il quale decide sulla capacità della coppia di amare un bambino non suo. All ‘estero questa procedura non è prevista.
Che cosa propone?
Modificare la legge, abolendo il decreto di idoneità dei tribunali: quando un uomo e una donna si vedono padre e madre di un figlio non loro, sono già idonei. Accelerare l’ iter che le coppie sono obbligate a seguire: ora può arrivare fino a 15 colloqui tra servizi ed enti vari. Ridurre il numero degli enti autorizzati, tenendo solo quelli in grado di superare le 200 adozioni l’anno.

(Da Gioia, intervista di Silvia Orlandini)