Dalla padella alla brace: la seconda campagna gaffe della Lorenzin. Il ministro nella bufera ritira anche l’ultimo opuscolo del Fertility Day

lorenzinDi nuovo. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, cerca di porre rimedio alla grande gaffe della campagna sul fertility day ma la toppa è clamorosamente peggio del buco tanto che la condanna dei social arriva in poche ore raccogliendo centinaia di stroncature. E così per la seconda volta si solleva un clamore tale da indurre la Lorenzin a fare frettolosamente marcia indietro, ritirando l’opuscolo (per la seconda volta) e revocando dall’incarico il responsabile della direzione generale della comunicazione istituzionale del dicastero.

Il depliant incriminato mostra in alto due uomini e due donne bianchi, belli, biondi e sorridenti e la scritta “Le buone abitudini da promuovere”. In basso un gruppo di giovani “sballati”, sfumato in color seppia, dove si riconosce bene il volto di un ragazzo nero, una ragazza che aspira uno spinello e un ciuffone di capelli rasta chinato su un bong. Il tutto coronato dalla scritta “I cattivi compagni da abbandonare”. Una scelta talmente sbagliata da rendere la Lorenzin un bersaglio fin troppo facile da colpire.

Ora le richieste di dimissioni per la Lorenzin si accavallano e non soltanto sul web. Anche perché la clamorosa gaffe arriva dopo la prima bocciatura delle immagini della campagna che aveva indotto il ministro alla retromarcia. In quel caso la scelta era stata giudicata infelice perché caricava tutta la responsabilità del calo delle nascite sulle donne. Si giudicava inaccettabile che lo stesso governo che non aveva messo in piedi una iniziativa a favore delle famiglie facesse poi ricadere su queste il peso della natalità zero.

Il ministero cerca di difendersi sostenendo che “il razzismo è negli occhi di chi guarda” che le accuse sono “ridicole”. “Questa foto – ha detto – non è la foto che abbiamo visto noi. Penso ci sia stato un errore tecnico e di incapacità. Ci hanno cioè mostrato un documento cartaceo che risultava diverso dalle immagini in alta definizione”. Infine, ovviamente, sottolinea che “nessuno aveva intenzioni razziste, perchè noi del ministero della Salute ci occupiamo ogni giorno di garantire la salute a tutti gli italiani, indipendentemente dal colore della pelle, facciamo prevenzione per tutti. Per questo, per noi quella di razzismo è un’accusa fortissima”. Detto ciò, ha concluso, “una cosa sono gli errori legati ad aspetti procedurali e burocratici, un’altra cosa sono i contenuti di salute fondamentali e al centro di questa campagna”.