Denatalità record: il Giappone mette in campo l’intelligenza artificiale

Il Giappone è uno dei Paesi con i più grossi problemi di danatalità e di invecchiamento della popolazione. Governo e grandi aziende si affidano anche ad App e intelligenza artificiale per favorire la formazione di nuove famiglie. Ma l’impressione è che ci vorrà ben altro…

La denatalità è un problema che riguarda una gran parte del mondo, non solo in Occidente, visto che anche la Cina, per la prima volta nella sua storia, sta assistendo a una diminuzione della popolazione (problema acuito anche da decenni di “politica del figlio unico” che ha portato ad avere uno squilibrio incredibile nella società, con gli uomini che sono, oggi, circa 30 milioni più delle donne). Uno dei Paesi in cui il fenomeno è più accentuato e preoccupante in assoluto, però, è il Giappone, Paese che ha registrato l’ennesimo record negativo di nascite nel 2022, per la prima volta scese sotto le 800 mila e, soprattutto, che sono state circa la metà rispetto alle morti. Il trend in atto ormai da anni ha portato la popolazione a scendere a 124,6 milioni di persone, dal picco di 128 milioni del 2008, e con ormai il 29% dei giapponesi che ha più di 65 anni, l’esiguo numero di nuovi nati fa aumentare i timori per la tenuta economica e sociale futura del Paese.

Denatalità Giappone: App e intelligenza artificiale per far nascere nuove famiglie

L’ha detto chiaramente Masako Mori, consigliera del primo ministro Fumio Kishida: “Se continuiamo in questo modo, il Paese scomparirà” (da Repubblica). Inevitabile, dunque, che il problema della natalità sia tra le priorità del governo, che infatti lo scorso dicembre ha stanziato un fondo da 35 milioni di euro “per una nuova agenzia governativa che si occupi della questione”.
Ma gli analisti sono scettici che questa iniziativa, da sola, possa funzionare: il Giappone, infatti, da tempo attraverso una fase economica di stallo, mentre nelle città scarseggiano i servizi di assistenza per l’infanzia e il costo della vita rimane molto alto.
Oltre a questi fondi, una delle direzioni intraprese dal Giappone è quella di favorire la formazione di nuova famiglie anche attraverso applicazioni e intelligenza artificiale. Come raccontato sempre da Repubblica, in alcune prefetture del Paese i residenti hanno a disposizione un servizio di “matchmaking” sponsorizzato dal governo e basato sull’intelligenza artificiale, mentre moltissime aziende anche di primo piano (Mizuho, All Nippon Airways, Mitsubishi, giusto per fare tre nomi) offrono ai loro dipendenti una app che favorisce la conoscenza e “l’incontro” tra colleghi. Una sorta di Tinder su base aziendale, pagata dal datore di lavoro, che, pur con tutta la buona volontà e nella consapevolezza che in una situazione del genere ogni incentivo è benvenuto, non appare propriamente una strada sicura per invertire un trend di denatalità che ha radici ben più profonde e preoccupanti che non la difficoltà di incontrare “la persona giusta”.