Denatalità. Perché in Sardegna non nascono più bambini?

La Sardegna è la regione con il più basso tasso di natalità del mondo: 0,99 figli per donna. Un problema che ha radici sociali, culturali ed economiche, ma a cui la diffusione della cultura dell’accoglienza e l’apertura all’adozione internazionale potrebbe dare una risposta

Tante volte, e giustamente, abbiamo sottolineato il drammatico calo delle nascite che ormai da diversi anni colpisce il nostro Paese. Ma se i dati che riguardano l’Italia sono preoccupanti, se si concentra l’analisi su quanto accade in Sardegna la situazione è quasi da non credere. L’isola, infatti, ha il triste primato di avere il dato più basso del mondo di bambini nati per mille abitanti: 5,2. Il ché significa un numero medio di figli per donna di 0,99, a fronte della media nazionale che è di 1,25 e, soprattutto, a quello del valore ideale per un adeguato ricambio generazionale che sarebbe di 2,1 figli per donna.

Denatalità in Sardegna: un problema che ha radici culturali e sociali

Uno scenario, che peggiora di anno in anno, che ha delle radici sociali e culturale antiche, come ha sottolineato il docente di Sociologia dell’Università di Cagliari Marco Zurru all’ Unione Sarda: le donne sarde già si sposavano a un’età media più avanzata rispetto al resto del Paese, perché dovevano portare in dote un ‘corredo’ che richiedeva tempo e risorse per essere messo insieme. “Oggi questa regola ha subìto una trasformazione  – spiega Zurru – ma l’effetto è lo stesso: le donne per entrare nel mercato del lavoro e costruire la loro professionalità devono avere un più alto tasso d’istruzione, una serie di ‘conquiste’ e titoli, che inevitabilmente fanno slittare o abbandonare la scelta di mettere su famiglia”.
Sicuramente, al di là dell’aspetto culturale, sulla situazione pesano anche valutazioni di tipo economico e, più in generale, la mancanza di servizi e politiche ad hoc. Ma se le analisi più “tecniche” è giusto le facciano gli esperti, Ai.Bi., come ente autorizzato all’adozione, che ha una propria sede anche in Sardegna e sul territorio lavora da anni, è convinta che la maggiore diffusione di una cultura dell’accoglienza possa modificare il futuro di tanti bambini, e, di conseguenza, di tante famiglie dell’isola.

Diffondere la cultura dell’accoglienza

La cultura dell’accoglienza ha ancora una diffusione residuale. Pur essendo l’Italia una delle nazioni al mondo con il maggior numero di adozioni, sono tantissime le famiglie senza figli. Famiglie che spesso inseguono il sogno di un bambino con la Procreazione Medicalmente Assistita, per accorgersi, magari, dopo percorsi più o meno traumatici, che non è una strada percorribile. Ci è capitato di incontrare delle coppie che hanno raccontato come siano stati proprio i medici a suggerire loro di interrompere i tentativi di procreazione assistita e di come solo in quel momento si fossero resi conto dell’esistenza di un’altra possibilità per diventare genitori, aprendosi all’accoglienza di un bambino abbandonato.
Può essere l’adozione una risposta alla bassa natalità in Sardegna? Da sola, probabilmente, non potrebbe bastare, ma è indubbio che, sempre tenendo fermamente come prioritario il superiore interesse del minore, la genitorialità adottiva è una risorsa in più per i bambini abbandonati nel mondo, e potrebbe dare il suo decisivo contributo anche nella risposta al crollo delle nascite.