Dolce&Gabbana. “Pretendiamo rispetto”. Parte la campagna raccolta firme #SupportDolceGabbana.

d&g2Colpi bassi, minacce e accuse con eccessi verbali, più un’aggressiva campagna ostile giocata su grandi media e social network.  Non accenna a placarsi, anzi monta di ora in ora la polemica scoppiata alla luce delle dichiarazioni rilasciate da Dolce&Gabbana a difesa della famiglia tradizionale sulla rivista Panorama. La coppia di stilisti nell’intervista non approva i “bambini sintetici” e questo fa scattare la netta presa di posizione di Elton John che invita anche al boicottaggio degli abiti dei due stilisti italiani. Campagna virale che fa velocemente il giro del mondo.

Ma accanto ai vari esponenti del mondo dello spettacolo scagliati contro Dolce&Gabbana, numerose le voci italiane a difesa della libertà di pensiero ed espressione dei due stilisti in materia di figli di coppie gay.

Alessandro Pagano (Ncd) ricorda che Elton John “per assecondare i desideri suoi e del suo compagno ha fatto ricorso alla fecondazione in vitro e all’utero in affitto, strappando poi il neonato con forza dal petto della madre. Il racconto di questa nascita è di una violenza inaudita, tra la commercializzazione di fatto della maternità e anni di sofferenza per il bimbo”. Provocatoria la domanda di Paola Binetti: “Che fine ha fatto l’emendamento con cui si cercava di salvaguardare la libertà di espressione nel ddl Scalfarotto sull’omofobia? Non vorrei che fosse semplicemente un anticipo del clima culturale in cui si svilupperà il prossimo dibattito in Parlamento sul riconoscimento dei diritti civili”.
Per il presidente del Forum delle associazioni familiari Francesco Belletti  “Le parole di Domenico Dolce pongono una domanda seria sui diritti del bambino, sull’identità più profonda della paternità e della maternità, che è prima di tutto dono e accoglienza, e non progetto di possesso, sulla centralità della gravidanza come esperienza personale e reale di dialogo tra una madre e il suo bambino in pancia, per nove mesi, e non come semplice e neutrale “ospitalità”, gratuita o rimborsata/ retribuita che sia. Così come si pone una domanda seria sull’identità della famiglia come culla della vita e luogo privilegiato di incontro della differenza sessuale”.

“Chi sta veramente dalla parte dei bambini- dice con fermezza Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., Amici dei Bambini – , non può che avere un’ identica visione dei loro diritti, al di là di ogni appartenenza ideologica, culturale o politica: un bambino abbandonato ha diritto ad una mamma e ad un papà” .

Alla democrazia e alla libertà di espressione si appellano, infine, Dolce&Gabbana:Crediamo fermamente nella democrazia e pensiamo che la libertà di espressione sia una base imprescindibile per essa. Noi abbiamo parlato del nostro modo di sentire la realtà, ma non era nostra intenzione esprimere un giudizio sulle scelte degli altri. Noi crediamo nella libertà e nell’amore”. “Altri fanno scelte diverse? Liberissimi – precisano – . Ma noi pretendiamo lo stesso rispetto”. Ed è proprio a sostegno della libertà di pensiero è partita anche la campagna #SupportDolceGabbana.