Dolcetto o scherzetto?

La notte di Halloween è appena finita… e molti si domandano se sia veramente così necessario fare festa.

Partiamo dalle origini di questa festa che, come tante, non nasce con una finalità consumistica ma ha un significato ben profondo. Le sue origini affondano in Irlanda, dove l’antico popolo celtico misurava il tempo attraverso le stagioni e i raccolti.
Questa festa coincideva con il Capodanno celtico “Shemain” e segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, con l’ultimo raccolto e il ritiro di tutte le provviste in vista dell’arrivo del grande freddo nordico.
Per questo popolo si trattava della festa più importante e rappresentava un passaggio “fuori dal tempo”, dove la porta che divide il regno dei viventi da quello dei morti si assottigliava così tanto da poterli mettere in comunicazione. 

A questa festa, in seguito, si sono aggiunte anche delle leggende come quella di Jack ‘o Lantern (da qui la decorazione della zucca con dentro il lumino), un ubriacone che riesce a ingannare il diavolo per ben tre volte, Ma quando muore le porte dell’inferno restano chiuse: il diavolo, infattu, si vendica per tutti gli inganni subiti impedendogli l’accesso agli inferi e condannandolo a vagare per il mondo con una fiamma eterna, impossibile da spegnere. 

Questa festa è arrivata da noi tramite le immigrazioni e pian piano si è sempre più diffusa, ovviamente perdendo di vista il suo vero significato.
Molti, per questo, si domandano se abbia senso “festeggiare”.
Io penso che debba restare una festa per bambini che, vestendosi da mostri, sconfiggono la paura verso  di essi.
La cosa che
infastidisce di tutto ciò, è che il consumismo ha preso sempre più potere, come per tante altre feste (Natale, San Valentino, i nonni…), facendoci perdere di vista il vero significato.
Siamo in un mondo del “fast”, dove tutto è una corsa e che è stato riempito di feste su feste da passare senza nemmeno più pensare al “perché”.
Non siamo più capaci (forse i vecchi e i meno giovani ancora un po’ sì) di fermarci a riflettere… vogliamo tutto subito!

Allora non spaventiamoci se si fanno pochi figli, che non sono così certa sia solo un problema economico… un figlio toglie spazio alla libertà di un adulto, e viene prima di tante cose.
Non spaventiamoci se la maternità deve essere una cosa “mia”, e quindi le adozioni sono in calo perché quel figlio non è nato da me o non è come lo voglio io!
E non cadiamo nell’errore di dire che questa o quella festa non devono essere vissute, perché, come per ogni cosa, siamo noi quelli che danno il “vero significato” alle cose.
In casa nostra resta
una cosa per bambini, che si divertono a travestirsi e a girare insieme ai loro amici per le case dicendo: “Dolcetto o scherzetto?”