Il diritto di essere figlio!

Questa è proprio una bella frase con due bellissime parole: “DIRITTO” e “FIGLIO”. Peccato che a scriverla  e a pronunciarla siano tutti bravi, ma, poi, nella realtà, questo diritto non viene né rispettato né tanto meno si fa di tutto perché venga riconosciuto.
E allora è inutile spendere paroloni, andare a parlare in incontri di alto livello o fare dibattiti su tutto questo, mentre poi, quando si ha “tra le mani” un bambino che ha concretamente bisogno di questo, ci si sente mpotenti perché non si sa come fare perché lui possa finalmente sentirsi figlio!

Chi ha le carte in mano è tranquillo, perché il bambino in questione non è in una comunità ma in una “bella famiglia affidataria” e quindi sicuramente è figlio di quei genitori che lo amano e lo seguono come hanno fatto e fanno con i loro figli. Peccato che lui, in realtà, sia uno di quei “figli sospesi”…
Aggiungo anche che è piccolo e, quindi, per chi gestisce il “caso” (un numero qualunque sulle loro carte), è a posto e sistemato. Perché dunque affrettarsi a decidere di dichiarlo adottabile e di conseguenza a trovargli una famiglia?
Cosa importa a loro se ha già trascorso 8 mesi in quella “brava famiglia affidataria”? Tempo nel quale ha sicuramente ricostruito la sua identità, ha colmato le sue insicurezze e ha trovato l’amore di cui era desideroso… Perché non fargli passare lì altri 3-5 mesi?
Perché non creare nel suo piccolo cuore l’illusione di sentirsi figlio lì dov’è?

Quello che vi sto raccontando non è una favola inventata, è vita reale. Il bimbo che abbiamo accolto nella nostra casa tanti mesi fa è ancora qui con noi. La mamma ha rinunciato al bambino e il papà è stato ritenuto dalla CTU (consulenza tecnica d’ufficio) incapace di poter gestire il figlio.
Quindi la situazione appare chiara a tutti: famiglia affidataria, servizi, curatore speciale, giudice minorile… Ma per far sì che ci sia la dichiarazione di adottabilità, la camera di consiglio (i signoroni che decidono) si riunirà entro 3-5 mesi!
Questo non è possibile!
Questo è inaccettabile!
Questo è irrispettoso!
Questo mi fa veramente schifo!

E mi fa arrabbiare il non poter fare niente. Il dover restare ferma ad aspettare.
Io non voglio aspettare!
Sento che devo fare qualcosa per questo bambino, non ho voglia di restare immobile come chi avrebbe la possibilità di fare e invece sta lì fermo.
Allora alzerò lo sguardo e, potente del mio essere figli adottiva, andrò a bussare, e a parlare, e se necessario a urlare che non si può più aspettare. Bisogna muoversi e fare!