Il dramma nascosto delle mamme uccise: sono oltre duemila gli “orfani speciali”

Ogni anno in Italia, oltre 200 bambini e ragazzi perdono la madre a causa di un femminicidio. Sono gli “orfani speciali”, che devono affrontare un trauma profondo e spesso restano invisibili e senza tutela. Cosa prevede la legge per loro e quali sono le difficoltà nell’applicarla?

Gli orfani speciali sono i minori che hanno perso la madre per mano del padre o di un altro familiare, in un contesto di violenza domestica. Si tratta di una forma estrema di violenza contro le donne, che ha conseguenze sui figli, che spesso assistono all’omicidio o lo scoprono subito dopo.

L’indagine

Secondo un report dell’impresa sociale Per i bambini e di Openpolis, dal 2012 al 2020 i minori rimasti orfani per un femminicidio, sono di oltre 200 all’anno.
La maggior parte di loro ha tra i 6 e i 17 anni, ma ci sono anche casi di neonati e bambini piccoli.
Questi minori perdono non solo la madre, ma anche il padre, che si suicida o finisce in carcere per il delitto. In molti casi, devono cambiare casa, scuola, ambiente e affidarsi a parenti o a servizi sociali. Devono affrontare il lutto, il senso di colpa, la paura, l’isolamento, la stigmatizzazione.

Cosa prevede la legge per gli orfani speciali

L’Italia è uno dei pochi Paesi che ha una legge specifica per gli orfani speciali, la numero 4 del 2018, che riconosce i loro diritti e prevede delle misure di sostegno e protezione.
Aggrava le pene per chi uccide il coniuge o il convivente davanti ai figli o in presenza di minori. Garantisce il gratuito patrocinio a spese dello Stato per i figli della vittima in sede civile e penale.
Rafforza il diritto al risarcimento del danno, prevedendo il sequestro conservativo dei beni dell’indagato e una provvisionale pari almeno al 50% del presumibile danno.
Tutela l’eredità dei figli della vittima, escludendo il coniuge o il convivente colpevole dal diritto di successione e stabilendo che i beni ereditati non possano essere pignorati dai creditori.
Prevede che i figli della vittima abbiano diritto a assistenza medica e psicologica gratuita e a percorsi personalizzati di sostegno scolastico.
Prevede che i figli della vittima siano affidati a parenti fino al terzo grado o a famiglie affidatarie selezionate, privilegiando la continuità delle relazioni affettive.
La legge è stata poi integrata dal decreto del 21 maggio 2020, che ha stabilito un sostegno economico alle famiglie affidatarie pari a 300 euro al mese per ogni minore, oltre a borse di studio e sgravi fiscali per chi assumerà i figli orfani di crimini domestici.

Le criticità

Nonostante la legge sia un passo avanti nel riconoscimento dei diritti degli orfani speciali, la sua applicazione è ancora carente e disomogenea sul territorio nazionale. Le principali criticità riguardano la mancanza di una banca dati nazionale che registri i casi di orfani speciali e ne monitori il percorso; la lentezza delle procedure burocratiche e giudiziarie che ritardano l’erogazione dei fondi e del risarcimento del danno; la mancanza di una formazione adeguata degli operatori sociosanitari, delle forze dell’ordine e dei magistrati sul fenomeno dei femminicidi e degli orfani speciali.