Due anni di paralisi dell’adozione internazionale: più di 50 interpellanze parlamentari sull’inefficienza e sulle anomalie della Cai

senatoSe mettessero insieme tutti i loro elettori, otterrebbero una maggioranza schiacciante, avendo dalla propria parte la stragrande maggioranza della popolazione italiana. I parlamentari che in meno di due anni si sono impegnati in modo diretto per dare una svolta positiva alla crisi delle adozioni internazionali provengono praticamente da tutte le parti politiche: da Fratelli d’Italia a Sinistra Ecologia e Libertà, dal Movimento 5 Stelle al Nuovo Centrodestra, da Area Popolare al Partito Democratico. Dalla seconda metà del 2014 al primo quadrimestre del 2016, si sono contate circa 50 tra interpellanze e interrogazioni parlamentare, presentate tanto al Senato quanto alla Camera dei Deputati. La redazione di Aibinews le ha raccolte nel suo nuovo speciale, online da venerdì 15 aprile sul sito www.aibi.it: “Una valanga di interpellanze sulla paralisi della Commissione Adozioni Internazionali”, una raccolta di articoli pubblicati da Aibinews o ripresi da altre testate giornalistiche.

Molteplici i temi affrontati dagli atti ispettivi presentati dai vari parlamentari in questo arco di tempo. Dalle interminabili attese relative allo sblocco a singhiozzo delle adozioni nella Repubblica Democratica del Congo alle lungaggini burocratiche che hanno caratterizzato le adozioni dei bambini in Bielorussia. Dal crollo del numero dei minori stranieri adottati negli ultimi anni dalle coppie italiane a alla necessità di supportare economicamente le famiglie che intendono intraprendere il percorso dell’adozione internazionale. Situazioni molto diverse tra loro, ma accomunate tutte da un unico denominatore: l’inefficienza che caratterizza dal 2014 la Commissione Adozioni Internazionali.

Gran parte delle interpellanze e delle interrogazioni, infatti, chiedono al governo e al presidente del Consiglio il perché della paralisi della nostra Autorità Centrale. In svariati casi, parlamentari provenienti da tutti gli schieramenti politici hanno denunciato la mancanza di comunicazione tra la Cai e gli attori del sistema, l’assenza di un controllo politico sulla  Commissione, la totale latitanza di un’Autorità Centrale che – a dispetto del suo carattere collegiale – non si riunisce da due anni, non pubblica i dati sulle adozioni realizzate e assume decisioni per mezzo di una sola persona. Fino a evidenziare con chiarezza la palese illegittimità dell’attuale gestione della Cai, con un’unica figura che ricopre i ruoli, tra loro incompatibili, di presidente e di vicepresidente.

Fino ad arrivare ai casi più recenti, di interpellanze e interrogazioni che hanno chiesto spiegazioni sull’assurda odissea alla quale sono stati costretti i bambini congolesi e i loro genitori italiani il giorno 11 aprile 2016 e hanno più volte invocato la rimozione di Silvia Della Monica dal ruolo di vertice della Commissione.

Domande davanti alle quali il governo e il premier Renzi continuano a fare orecchie da mercante. Dimostrando il loro totale disinteresse per le sorti dell’adozione internazionale in Itaia, ormai ex fiore all’occhiello della nostra società. E questo nonostante molte delle interpellanze e delle interrogazioni siano arrivate da esponenti della maggioranza e addirittura del Pd, il partito del premier. Vista l’impennata di interventi di questi giorni, da parte di deputati e senatori bipartisan, sarà la volta buona in cui il governo comincerà finalmente a dare delle risposte?