E’ ora di dire le verità scomode sulla fecondazione assistita

fecondazione-assistita200Il pasticcio è servito. A pochi giorni dalla sentenza della Corte Costituzionale, che ha decretato la caduta del divieto di fecondazione eterologa, si è verificato un clamoroso scambio di embrioni. Una donna al quarto mese di gravidanza ha scoperto di avere in grembo due gemelli con un altro patrimonio genetico. Un errore che riguarderebbe quattro coppie, sottoposte a intervento di fecondazione assistita il 4 dicembre 2013. Risultato? La Regione Lazio ha chiuso l’Unità di fisiopatologia per la riproduzione e sterilità dell’ospedale “Sandro Pertini” di Roma, nominando una commissione d’inchiesta, che sarà presieduta dal genetista Giuseppe Novelli, rettore di Tor Vergata. Il Ministero della Salute ha fatto sapere che ha già avviato l’iter per un’ispezione al Pertini.

La brutta vicenda dello scambio degli embrioni, sembra impallidire rispetto ai problemi di salute, per la mamma e il bambino, che un procedimento di fecondazione assistita può provocare. Problemi che, nell’enfasi data alla supposta conquista di libertà dell’eterologa, sono troppo spesso sottaciuti se non nascosti con cattiva coscienza. Le prime vittime innocenti sono proprio i bambini. La fecondazione assistita è associata infatti a un rischio maggiore di cancro nei bambini nati grazie alle varie tecniche utilizzate per stimolare le gravidanze. A dirlo è una vasta revisione sistematica prodotta dai ricercatori del Danish Cancer Society Research Center di Copenaghen guidati dalla dott.ssa Marie Hargreave, pubblicati sulla rivista Fertility and Sterility. I dati dimostrano che i bambini nati dopo un trattamento di fecondazione assistita hanno un rischio maggiore del 33%di sviluppare un tumore pediatrico, con picchi evidenti per i tumori ematologici (59% in più) e del sistema nervoso centrale (88% in più).  “Bisogna ricordare però che anche la stessa condizione di ridotta fecondità potrebbe giocare un ruolo importante nella determinazione del rischio oncologico nei figli”, precisa la dott.ssa Hargreave. Motivo in più per lasciar decretare alla natura la possibilità o meno di concepire figli.

Anche l’assunzione, da parte delle donne, del clomifene citrato, un farmaco che serve a stimolare l’ovulazione, può aumentare di molto le probabilità di malformazioni. Altri due studi avanzano dubbi sulle tecniche di fecondazione assistita, le quali comporterebbero un aumento delle probabilità di insorgenza di tumori e altre malattie in età adulta. Il primo, pubblicato sulla rivista Pediatrics, si concentra sui rischi di tumore nei bambini nati in provetta.
Secondo lo studio, portato a termine da un gruppo di ricerca svedese, vi sarebbe un aumento lieve ma significativo del rischio nei bambini nati grazie a tecniche che prevedono la fertilizzazione in vitro dell’ovocita. L’analisi ha riguardato 27.000 bambini nati fra il 1982 e il 2005. Di questi, 53 si sono ammalati prima dei 19 anni, contro i 38 concepiti naturalmente.

Una ricerca francese presentata durante una conferenza a Goteborg, in Svezia, della European Society of Human Genetics, ha analizzato i dati provenienti da 33 centri per la fertilità sparsi su tutto il territorio nazionale, che fanno riferimento agli anni fra il 2003 e il 2007, ricavandone informazioni su oltre 15000 bambini nati in base a tecniche di fecondazione assistita: “abbiamo trovato malformazioni congenite importanti nel 4.24% dei bimbi; per alcune patologie il rischio è fino a 6 volte più alto che nei figli nati naturalmente”, ha spiegato Geraldine Viot, coordinatrice della ricerca per l’Ospedale Maternité Port Royal di Parigi.
Una ricerca inglese ha sottolineato invece il 30% di possibilità in più per i bambini nati dalla provetta di sviluppare malattie gravi, anche a lungo termine, e malattie genetiche. Il pericolo per i feti è di soffrire di palatoschisi, alterazioni genetiche, difetti delle valvole cardiache, malformazioni all’apparato digerente e, più raramente, ritardo mentale causato dalla sindrome di Angelman.

Questo solo per ciò che concerne la salute del nascituro. Altrettanto gravi possono risultare le conseguenze per le donne che decidono di sottoporsi a trattamenti per la fertilità. Nel caso dell’iperstimolazione, per esempio, la donna produce una risposta eccessiva all’uso di farmaci ormonali per stimolare le ovaie che aumentano molto di volume. Il dolore può essere molto intenso, può comparire una quantità notevole di liquido in cavità addominale che, in casi estremi, provoca complicanze renali e della coagulazione nel sangue. Esistono anche consistenti rischi legati alle gravidanze extrauterine per le donne che si sottopongono a fecondazione eterologa, senza contare i rischi a lungo termine, rappresentati da patologie tumorali.

Pur in attesa di tutte le verifiche del caso, i gemelli che saranno partoriti possono essere definiti in un certo senso “adottivi” perché con il patrimonio genetico di un’altra coppia. La donna che ha deciso di intraprendere quel percorso, come visto, si è assunta un ricco ventaglio di rischi e sofferenze. C’è da chiedersi se per ottenere il risultato di avere figli non suoi, non sarebbe stato meglio ricorrere all’adozione. La fecondazione assistita appare una scelta del tutto ingiustificata, considerando i 168 milioni di bambini abbandonati nel mondo che invocano l’amore di un papà e una mamma. Prendersi cura della vita, in questo si realizza il desiderio di maternità e paternità. E’ importante non lasciarsi distrarre dalle mode del momento, perché nel mondo c’è già chi grida per ricevere cura e attenzione: è la vita di molti milioni di bambini abbandonati.