Ecco come Ai.Bi. salva i bambini in Ucraina, anche scrivendolo sulla fiancata dell’auto

Dalla richiesta di emergenza alla corsa in auto (con la scritta “bambini” sulla fiancata) fino al confine ucraino. Poi il viaggio verso Carpineni, dove un gruppo di sfollati, con 13 bambini da 1 a 15 anni, hanno trovato riparo. Ma il viaggio verso la salvezza non è ancora finito: la primavera sboccerà anche per loro, in Italia

La guerra non fa sconti, soprattutto ai bambini: né a quelli che fuggono a piedi, con i loro genitori, né a quelli abbandonati negli istituti o protetti in case famiglia, perché provenienti da contesti di grave fragilità o a rischio di ulteriore abbandono. Per questo ogni azione di #BAMBINIxLAPACE di Ai.Bi. è un passo verso un nuovo inizio, per lasciarsi la guerra alle spalle, ritrovare serenità, riprendersi l’infanzia.

La corsa verso la salvezza dei bambini in fuga dalla guerra

Lo è ogni minimo intervento e ogni minimo aiuto da parte di tutti, ma lo si percepisce in tutta la sua complessità e drammaticità in momenti come quello vissuto nelle ultime ore, quando ci si trova a intervenire a favore di 13 minori portati in salvo da Odessa, una delle città ucraine maggiormente in pericolo.
L’equipe di Ai.Bi. Moldova ha potuto percepire, in diretta, l’urgenza e la paura di chi scappa, di chi non ha più alternative. E in breve tempo è stata trovata la soluzione.
È bastato un SOS lanciato dal coordinamento delle ONG moldave, raccolto dalla sede Ai.Bi. di Chisinau, e la macchina dei soccorsi si è messa subito in moto: per gli ospiti della casa famiglia di Odessa erano necessari non soltanto protezione, un letto, abiti e pasti caldi, ma competenze specifiche di chi si occupa di soccorso e di accoglienza di bambini vulnerabili e traumatizzati.
Nei contesti di questo tipo infatti – che siano conflitti, catastrofi naturali, violenze – la Sindrome da stress post traumatico è la prima emergenza da affrontare e quando sono i bambini, a soffrirne, l’approccio deve essere tempestivo e insieme delicato. Una competenza che Ai.Bi. ha messo a frutto nel corso degli anni sia attraverso i progetti di cooperazione internazionale sia con l’expertise maturata lavorando negli istituti con i bambini abbandonati.
Alla guerra fuori, che fanno gli adulti, corrisponde una guerra dentro, che nell’animo dei più piccoli può durare molto a lungo.

Bambini in fuga in salvo a Carpineni. Ma li aspetta l’Italia

Così, Stela, direttrice di Ai.Bi. Moldova, si è subito attivata per soccorrere il gruppo di sfollati, arrivati alla frontiera e poi accompagnati da un pullmino di Ai.Bi. in un centro di Carpineni dove potranno trovare un po’ di pace.
Sono arrivati al confine a bordo di auto con una scritta bianca sulle fiancate: “Bambini”. È l’ultima richiesta pietosa in un conflitto che, nella follia tipica di tutto le guerre, ha perso il rispetto per la tutela dei fragili: bambini, disabili, anziani, donne, malati e ricoverati negli ospedali, tutti bersagli di bombe e proiettili.
Una nuova pagina si sta scrivendo per i bambini di Odessa, che da Carpineni dovrebbero presto arrivare in Italia, portati da Ai.Bi. in un centro di accoglienza in Lombardia.
Sarà quasi primavera, anche per loro.

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EMERGENZA UCRAINA